Il governo e il fisco francese protestano ancora contro le aziende americane che operano sul web, in particolare additando Google, Facebook, Amazon e Apple, che svolgerebbero la loro attività sul territorio nazionale, avvantaggiandosi delle infrastrutture locali, senza contribuire al fisco.
I partiti politici, di destra come di sinistra, da tempo denunciano quella che ritengono una ‘concorrenza sleale’ da parte dei grossi gruppi statunitensi, che hanno sede nei Paesi europei con un regime fiscale più favorevole, ma operano in Francia. Infatti, per evitare che Google paghi le tasse in Irlanda, mentre Amazon e Apple, in Lussemburgo, il governo francese ha deciso di catalogare le varie imposte e tasse che incombono sulle aziende del web, livellando la situazione nazionale con quella del resto del mondo. Lo scorso anno la stessa Google aveva visto decadere l’idea del senatore Philippe Marini di introdurre una tassa dell’1% sull’acquisto di pubblicità online; progetto non del tutto abbandonato dall’attuale presidente francese François Holland. Secondo il Consiglio nazionale del digitale (CNN), i quattro colossi americani generano in realtà un fatturato dai 2,5 a 3 miliardi di euro, ma non pagano che 4 milioni di euro di imposte in Francia mentre, se fossero sottoposti al regime fiscale francese, dovrebbero versare nelle casse statali almeno 500 milioni di euro. Una bella differenza. (V.V. per NL)