Correva infatti l’ormai lontano 23 dicembre del 1987, ricorda il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) in una nota, quando fu registrato CNR.it, il primo dominio italiano. Tra i domini nazionali, quello italiano.it è sesto nella classifica virtuale dei domini “più registrati“, pur essendo uno fra i più desiderati rispetto al tedesco.de, al francese.fr o al britannico.uk. A differenza di questi, infatti, “it” è un termine ricercatissimo in un mondo dei domini tutto anglofone, ed infatti, non appena hanno potuto, gli operatori esteri ne hanno fatto man bassa. “A due decenni esatti di distanza dalle prime, pionieristiche ricerche sul sistema dei nomi a dominio – racconta la nota del CNR – l’Istituto di Informatica e Telematica del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa (Iit-Cnr) – che svolse fin dalle origini il ruolo di Registro Internet.it – si festeggia la nascita dell”’anagrafe” italiana della rete”. “Il primo collegamento alla rete telematica – il 30 aprile del 1986: da Pisa agli Stati Uniti, via satellite fu frutto del lavoro dei ricercatori dell’allora neonato Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico (Cnuce)”. Alla stessa struttura, venti mesi dopo, le autorità americane che governavano e governano tutt’ora il web, assegnavano la gestione del Registro dei domini.it in virtù delle competenze tecniche e scientifiche maturate dai suoi esponenti, quarti in ordine di tempo in Europa ad adottare l’Internet protocol. Il servizio di registrazione (tecnicamente denominato Registro del ccTLD.it) oggi è gestito dall’Iit-Cnr di Pisa, erede del Cnuce. All’epoca non esisteva ancora il World Wide Web, l’Internet per eccellenza, identificato dalla sigla www. Enrico Gregori, responsabile del Registro, ha dichiarato che “nessuno, tra i ricercatori che allora contribuirono a realizzare la prima infrastruttura di rete e ai quali mi onoro di appartenere, avrebbe mai creduto che quello strano modo di far parlare tra loro computer diversi, sparsi in ogni luogo nel mondo, un giorno avrebbe rappresentato uno dei principali mezzi di comunicazione. E non per gli scienziati, ma per la gente comune. Se oggi in Italia, e nel resto del mondo, parole come blog, email, Web e domini sono entrate a far parte della vita quotidiana lo si deve soprattutto a quella generazione di ricercatori che, negli anni ’80, ha saputo guardare al futuro, costruendo mattone su mattone il medium più esplosivo dell’era moderna”. Per quanto riguarda il numero dei domini, va rilevato che sino al 1999-2000 il numero di quelli registrati era molto piccolo. La rete era ancora poco conosciuta, ed erano ancora relativamente limitate le attività online. Inoltre le norme di registrazione erano estremamente complesse, molto più di quanto non lo siano ancora oggi. Queste ultime in realtà continuano tutt’ora ad essere molto più complicate di quelle riservate da altri enti ad altre estensioni di dominio ma che comunque – nonostante le fortissime contestazioni – permettono la registrazione di.it, sebbene i domini a due lettere siano ancora off limits. Ma il registro sta per beneficiare di un’importantissima novità strutturale: il sistema di registrazione in tempo reale, sincrono, che buona parte degli operatori e gli utenti considera ormai strumento imprescindibile di crescita per la nostra rete. Del resto ciò accade ormai da diversi anni nei domini internazionali come i.com.(Paolo Masneri per NL)