A giudicare dalle telefonate che numerosi fornitori di servizi di media audiovisivi (FSMA) locali stanno ricevendo in questi giorni per definire la veicolazione dal 2022 sui mux areali di due superplayer nazionali, a seguito della partecipazione ai bandi per l’attribuzione delle frequenze T2, sembrerebbe che il croupier abbia già pronunciato il suo fatale “Les jeux sont faits, rien ne va plus”
Certo, fa specie che le prenegoziazioni abbiano luogo non solo prima dell’aggiudicazione delle frequenze (che, vabbè, è all’evidenza fattuale, una formalità), ma addirittura della pubblicazioni dei bandi per la determinazione delle graduatorie degli FSMA che avranno titolo ad essere trasportati sui nuovi mux.
I conti senza l’oste
Ma se è vero che il T2 non sarà per tutti, la strategia degli egemonisti dell’etere tv potrebbe essere un gigantesco autogol.
Se non si troverà il modo di soddisfare la totalità della richiesta dei titolari di autorizzazioni FSMA (qualche migliaio), per esempio sfruttando le opportunità offerte dalla HBBTV per creare sul DTT dei canali d’ingresso all’IP (canali mosaico per accedere attraverso le smart tv a contenuti IP, come stanno già facendo alcuni player nazionali), non resterà agli appiedati che promuovere la propria presenza su piattaforme IP. Che potrebbero accoglierli a braccia aperte, vista la fame di contenuti originali che circola sul web.
OTT dietro l’angolo
Amazon, per esempio, pare stia valutando la creazione di un’area del proprio portale sulle smart tv dedicato all’intrattenimento live. Perimetro entro il quale potrebbero essere raccolti contenuti locali. Meglio se non già diffusi via etere (il symulcasting non è un valore aggiunto per la piattaforma stessa).
Smart Tv
Analoghe iniziative si stanno organizzando in tal senso, come quella di INTV Italia, presente su numerosi sistemi operativi di smart tv (250 mln in 130 paesi al mondo).
Protezionismo
Il giochino protezionistico dei broadcaster tv potrebbe quindi ritorcersi contro gli stessi, inducendo i soggetti che non troveranno spazio (per ragione di disponibilità o costi) sui nuovi bouquet del 2022 a coltivare e promuovere la propria presenza sulle piattaforme IP, disincentivando la propria utenza dalla fruizione via etere.
Tecnologia temporanea
Anche perché, mettiamocelo bene in testa, il T2 è una tecnologia di transito, con una scadenza ben segnata. Inferiore alla durata degli assegnandi diritti d’uso.