da Millecanali
Come si vociferava da settimane, la Commissione europea ha bocciato oggi gli aiuti ai decoder terrestri decisi dal Governo Berlusconi nel 2004 e 2005 e, come informa l’agenzia Apcom, ha dato il via libera a quelli per il 2006, in quanto questi ultimi erano destinati a tutti i decoder, a prescindere dalla piattaforma di trasmissione. Bruxelles ha stabilito – elemento che, per la verità, lasca un po’ sconcertati – che saranno le emittenti che hanno beneficiato di più dei sussidi a dover rimborsare gli aiuti di Stato.
Per gli uffici del commissario per la Concorrenza Neelie Kroes, gli aiuti per il 2004 e 2005 “sono incompatibili con le regole per gli aiuti di Stato, in quanto non sono neutrali da un punto di vista tecnologico e creano una distorsione indebita della concorrenza, escludendo la tecnologia satellitare”. Gli aiuti del 2006 per la Sardegna e la Valle d’Aosta, secondo la Commissione, sono invece legittimi in quanto “neutri da un punto di vista tecnologico e proporzionati all’obiettivo di promuovere la transizione alla televisione digitale e l’interoperabilità”. Il commissario per la Concorrenza ha spiegato che le “due decisioni mostrano ancora una volta che la Commissione è impegnata ad aiutare la transizione alla televisione digitale e all’interoperatività”. Ma non è pronta ad accettare “il sostegno dello Stato che crea distorsioni inutili della concorrenza tra piattaforme di trasmissione”.
In seguito alle proteste da parte degli operatori televisivi terrestri e satellitari, la Commissione ha aperto un’inchiesta formale per aiuti di Stato del 2004-2005 e del 2006. Dopo aver consultato gli operatori del mercato, la Commissione ha concluso che in tutti e tre gli anni i sussidi hanno fornito un vantaggio indiretto agli operatori televisivi dominanti, aiutandoli a sviluppare la loro audience digitale, ossia una parte fondamentale delle attività per una pay-Tv o per un’emittente che voglia sviluppare i servizi di pay-Tv.
Saranno ora i broadcaster a dover “rimborsare parzialmente” gli incentivi di cui sopra. Le società coinvolte sono Rai, Mediaset, La7 (Telecom Italia Media) e Fastweb.