Cambio di rotta nel processo di refarming della banda 700 MHz? I bandi FSMA potrebbero non essere pubblicati a breve come inizialmente supposto. L’assurda stortura che aveva portato ad ipotizzare che il Mise pubblicasse le procedure dei fornitori di servizi di media audiovisivi prima di quelli (residuali) degli operatori di rete potrebbe essersi incagliata. Vediamo cosa, secondo le indiscrezioni raccolte da NL, potrebbe essere successo.
Premettiamo che abbiamo faticato molto a recuperare le informazioni che riportiamo. Al Mise le bocche sono sigillate, ovviamente. E gran parte degli operatori è all’oscuro di quanto sta accadendo. Tuttavia, la fonte da noi interpellata è estremamente introdotta e qualificata. E quindi l’abbiamo ritenuta affidabile al punto da incentrare sulle sue dichiarazioni questo pezzo.
Accesso ai bandi FSMA
Partiamo da quello che sembrerebbe essere un dato di fatto. Effettivamente il Mise avrebbe avuto in mente di pubblicare i bandi FSMA prima di quelli residuali degli operatori di rete (cioè le frequenze da rimettere a bando perché non attribuite). Tanto che abbiamo pure rintracciato la pagina a cui accedere (riportiamo anche lo screenshot in apertura).
E noi, l’accesso, lo abbiamo eseguito. Arrivando però – chiaramente – solo ad un certo punto della compilazione.
Il ricorso
E’ però successo che, nelle more, l’Associazione Tv Locali di Confindustria ha presentato un ricorso contro l’approvazione delle linee guida definitive per i bandi FSMA.
DPR 146/2017
La motivazione? Il discostamento di tali linee in tema di punteggi per giornalisti e altri dipendenti dalle previsioni del DPR 146/2017 (Regolamento contributi), nonostante la L. 205/2017 non lo prevedesse.
Non solo, l’illustrazione degli esiti della consultazione pubblica, a mente della quale sarebbero state adottate le linee guida definitive, non sarebbe stata rispettosa dei dettami di chiarezza e trasparenza.
Di pasticcio in pasticcio
Ma non solo il ricorso in sé – non si sa se munito di istanza cautelare – avrebbe motivato il dietro-front. A giustificarlo ci sarebbe anche la Regione Veneto, che si sarebbe messa di traverso nel processo di refarming della banda 700 MHz che ha condotto ad una complicata assegnazione dei diritti d’uso di primo livello nel suo territorio (come dimostrato dal ritardo nella pubblicazione, molto distanziata da quella degli altri bandi di primo livello).
Servizi in conferenza
A quanto riferitoci, si sarebbe tenuta una conferenza di servizi promossa dalla Regione stessa che voleva vederci chiaro a riguardo della procedura che ha condotto all’esclusione (pare per mancato rispetto dei pdv e/o della copertura) di un partecipante al bando per operatori di rete (vinto poi da Rai Way).
Stand still
Le spiegazioni fornite da FUB (Fondazione Ugo Bordoni, pure presente), ci è stato detto dalla fonte, non sarebbero state considerate convincenti e la Regione Veneto sarebbe in stand still in attesa, appunto, delle decisioni ministeriali. Ovviamente sono voci e siamo a disposizione degli interessati per meglio definire il quadro. Se ce ne fosse bisogno.
Alto mare
Sta di fatto che al 18/06/2021, cioè a meno di 100 giorni dall’avvio dello switch-off, mancano ancora le pubblicazioni dei bandi per operatori di rete di primo livello di Emilia Romagna e Marche e numerosi bandi per le frequenze di secondo livello. Senza le quali, chiaramente, di switchoffare non se ne parla nemmeno.
Ci crediamo
Poi – se sarà confermata la rimessa sui binari del treno del refarming della banda 700 MHz – dovranno essere pubblicati i bandi per il migliaio di fornitori di servizi di media audiovisivi che vi concorreranno. Definite le graduatorie, dovranno essere associate agli utilmente collocati le numerazioni LCN. Dopo, però, la conclusione della negoziazione della capacità trasmissiva invocata dai classificati (utilmente).
Tutto questo – stando alla attuale road map – entro settembre.
Ci credete?