Tramite la solita ABDX, uno dei tanti gruppi di discussione specializzata (in questo caso per DXer delle onde medie negli Stati Uniti), sono capitato sul sito di una società di consulting radiofonico e mediatico, Edison Media Research. La segnalazione su ABDX era dovuta a un contributo di uno dei columnist, Sean Ross: un non-tecnico (ma grande appassionato della radio) che mette alla prova il suo apparecchio HD Radio nuovo di pacca, appena acquistato da Radio Shack. La catena di elettronica di consumo, che sta attraversando una fase non troppo favorevole, ha messo infatti in promozione il modello HD Radio, Accurian (e pensare che pagano milioni per inventare questi nomi da deficienti), all’incredibile costo di 99 dollari. La prima vera promozione natalizia per un sistema di radio digitale che non riesce ancora a sfondare anche per colpa delle sue vistose lacune strategiche.
La “prova su strada” di Ross non è tecnica come quella di un ingegnere, ma è molto interessante il suo approccio basato sulla speranza di avere, attraverso Accurian, una maggiore scelta in fatto di programmazione. Sulla qualità dell’audio, il recensore avrebbe parecchio da eccepire, non è affatto quel suono cristallino e pieno che Ibiquity promette e che l’FM analogico riesce, guarda caso, a garantire. Ma al di là dell’aspetto qualitativo, anche Ross sottolinea come i contenuti siano fondamentali. E su questo punto HD Radio non riesce a mantenere tutte le promesse legate alla possibilità di trasmettere piccoli multiplex di programmi sulla stessa frequenza. Riporto qui il testo completo delle conclusioni tratte da Sean Ross, perché vanno meditate a fondo. Specialmente là dove il digitale terrestre viene confrontato col satellitare (Ross sottolinea che per lui la disponibilità di centinaia di canali ultraspecializzati è semma claustrofobica, ma anche che la varietà dev’essere tangibile) e dove vengono suggerite alcune banali – ma del tutto ignorate, finora -tecniche di marketing indispensabili per spingere la gente verso l’aquisto di radio digitali.
Ross riprende alcuni commenti al suo intervento nel blog The Infinite Dial, “Constructive Dialogue On The Future Of Audio Entertainment”.