Hate speech, Agcom si prepara a fare sul serio: basta avvertimenti, ora sanzioni da 30.000 a 600.000 euro

hate speech

Il Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha messo a consultazione pubblica lo schema del nuovo regolamento su cd. hate speech, cioè volto alla tutela dei diritti fondamentali della persona, del rispetto del principio di non discriminazione e di contrasto ai discorsi d’odio (delibera 292/22/CONS). Il nuovo provvedimento prevede sanzioni da 30.000 a 600.000 e la segnalazione all’ordine dei giornalisti per gli iscritti. “Il testo – spiega l’Autorità – è il frutto delle nuove disposizioni del Testo Unico dei servizi di media audiovisivi (D.lgs. n. 208/2021), che ha ampliato gli strumenti a disposizione dell’Autorità per la tutela dei diritti fondamentali della persona e di contrasto ai discorsi d’odio”.

Cosa è hate speech 

Nello schema del nuovo regolamento per hate speech si prevede che i programmi di informazione e di intrattenimento non debbano: “contenere espressioni suscettibili, in maniera diretta o indiretta, di istigare a commettere reati o effettuare apologia degli stessi”, “offendere la dignità umana”, “diffondere, incitare, propagandare oppure di giustificare, minimizzare o in altro modo legittimare la violenza, l’odio o la discriminazione”, “offendere la dignità umana nei confronti di un gruppo di persone o un membro di un gruppo sulla base di uno dei motivi di cui all’articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”.

Il target

Il tutto, “in un’ottica di bilanciamento di valori di pari rango, quali la libertà di manifestazione del pensiero e la tutela dei diritti della persona”.

Le sanzioni

In caso di violazione dei divieti previsti dal nuovo regolamento, sono previste sanzioni da 30.000 euro a 600.000 euro. Si tratta di un’evoluzione rilevante rispetto all’attuale linea tutto sommato morbida, basata sostanzialmente su diffide.

Segnalazioni all’ordine professionale

Non solo: i provvedimenti sanzionatori adottati per hate speech sono comunicati all’Ordine professionale qualora nei fatti siano coinvolti giornalisti.

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