Gravina: allontanati i giornalisti dal Palazzo di giustizia di Bari

Assostampa e Ordine della Puglia: “Un grave e inqualificabile episodio”


da Franco Abruzzo.it

Bari, 3 marzo 2008. Sono stati fatti uscire dal Palazzo di Giustizia di Bari i giornalisti e gli operatori televisivi che da stamane attendevano nei corridoi notizie sull’inchiesta. Gli inquirenti, in questi minuti, sarebbero impegnati in una riunione con il capo della Procura, Emilio Marzano. (AGI)

L’Associazione della Stampa di Puglia giudica grave e inqualificabile la decisione del procuratore della Repubblica di Bari, Emilio Marzano, di far allontanare dal Palazzo di giustizia i cronisti che stanno seguendo la tragica vicenda dei fratellini di Gravina. “Utilizzare le forze dell’ordine per impedire ai giornalisti di svolgere correttamente la propria professione è sintomo di mancanza di rispetto del diritto-dovere di informare, sancito dalla Costituzione. È auspicabile -prosegue una nota dell’Assostampa di Puglia, che gli inquirenti, anche in situazioni delicate come quella di Gravina, esercitino le proprie prerogative in modo corretto, senza calpestare il diritto dei giornalisti di raccontare i fatti e quello dei cittadini di essere informati”. (AGI)

Per l’Ordine dei giornalisti di Puglia “la scelta del procuratore della Repubblica di Bari di mettere alla porta i colleghi che questa mattina erano presenti nel palazzo di giustizia appare quanto mai singolare e non vorremmo che fosse il segno di un crescente nervosismo tra gli inquirenti”.

“Se è vero – prosegue una nota dell’ordine pugliese – che il palazzo di giustizia di via Nazariantz, peraltro già sotto sequestro, è inadeguato a rispettare le esigenze della giustizia e quelle dell’informazione, è altrettanto vero che il prezzo di questa inadeguatezza non può essere pagato né dai giornalisti né dall’opinione pubblica. Proprio quando i cittadini devono essere correttamente e compiutamente informati, non sullo sviluppo delle indagini, ma sulla posizione che la procura intende assumere rispetto a uno straordinario fatto di cronaca come quello dei fratelli di Gravina, allora si tenta di tenere lontani i giornalisti, confinandoli nel parcheggio del palazzo di giustizia”.

“Questo atteggiamento – conclude l’ordine – è inaccettabile e stride fortemente con quella libertà d’informazione che i magistrati della procura barese hanno fin qui mostrato di voler rispettare. (AGI)

Roma, 3 marzo 2008. “La decisione del procuratore della Repubblica di Bari di allontanare dal Palazzo di Giustizia i giornalisti e gli operatori televisivi che seguivano l’inchiesta sui fatti di Gravina non trova alcuna giustificazione di sorta”. Lo sottolinea il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, rilevando che “questi frequenti atti di nervosismo che rasentano l’intolleranza sono, pur se comprensibili, assolutamente inaccettabili” Nessuno, afferma il segretario del sindacato dei giornalisti, “vuole ignorare il momento di particolare delicatezza, che segue alla casuale scoperta dei corpi dei due bambini scomparsi, dopo due anni di indagini inconcludenti”, ma “e’ bene ribadire – continua Siddi – che i giornalisti che seguono l’avvenimento non fanno altro che il loro mestiere, che e’ quello di informare correttamente l’opinione pubblica, senza farsi coinvolgere in processi mediatici che nulla hanno a che fare con l’informazione”. Per questo, “il lavoro dei giornalisti non puo’ e non deve essere – aggiunge il segretario della Federazione della Stampa – considerato ne’ un fastidio ne’ tanto meno un ostacolo, bensi’ un doveroso contributo alla conoscenza dei fatti. Ci auguriamo percio’ – conclude Siddi – che il capo della Procura di Bari voglia e sappia ripristinare un corretto rapporto con la stampa”. (AGI)

Fratellini di Gravina. Assostampa: “Grave allontanare i cronisti” .

Bari, 3 marzo 2008. L’Associazione della Stampa di Puglia giudica “grave e inqualificabile la decisione del procuratore della Repubblica di Bari, Emilio Marzano, di far allontanare dal Palazzo di giustizia i cronisti che stanno seguendo la tragica vicenda dei fratellini di Gravina”. “Utilizzare le forze dell’ordine – afferma l’Assostampa – per impedire ai giornalisti di svolgere correttamente la propria professione è sintomo di mancanza di rispetto del diritto-dovere di informare, sancito dalla Costituzione. E’ auspicabile che gli inquirenti, anche in situazioni delicate come quella di Gravina, esercitino le proprie prerogative in modo corretto, senza calpestare il diritto dei giornalisti di raccontare i fatti e quello dei cittadini di essere informati”. (ANSA).

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