Vediamo le brevi note diffuse oggi dall’Aeranti per ricordare Eugenio Porta: «Nato il 10 giugno del 1924, avvocato, esperto in diritto della radiodiffusione, patrocinante in Cassazione, nel 1974 è stato tra i fondatori dell’ANTI, la prima associazione rappresentativa dell’emittenza radiofonica e televisiva privata.
Nel 2001, a seguito della fusione dell’ANTI con l’AER, è stata data vita all’AERANTI (l’associazione che, insieme al CORALLO, costituisce AERANTI-CORALLO) di cui Eugenio Porta è divenuto presidente onorario.
Nella sua lunga attività professionale si è occupato, a partire dal 1974, di problematiche legate all’emittenza radiofonica e televisiva privata. È stato tra i promotori delle azioni che hanno portato, con la sentenza della Corte Costituzionale n. 202 del 1976, alla liberalizzazione dell’etere con la possibilità anche per i privati di operare nel settore radiotelevisivo.
Con la scomparsa di Eugenio Porta, tutto il mondo dell’emittenza radiofonica e televisiva privata italiana perde uno dei suoi padri fondatori; persona di grandi doti umane e professionali, verrà ricordato soprattutto per le numerose battaglie condotte che portarono, nel 1976, all’emanazione della storica sentenza n. 202 della Corte costituzionale che sancì l’inequivocabile fine del monopolio statale sulle trasmissioni radiofoniche e televisive e la contestuale legalizzazione dell’emittenza privata».
Al di là di queste note che ricordano in breve l’attività di questo autentico protagonista dell’emittenza radiotelevisiva privata in Italia (la figlia Elena continua attualmente il suo impegno nell’ambito dell’AERANTI), vorremmo solo dare un’idea del senso di sgomento che prende quando ci arrivano queste notizie. È stato come quando, all’improvviso, scomparve, qualche anno fa, Piero Passetti della Frt.
Porta è stato un riferimento morale e anche pratico per tutti, ha combattuto da leone le battaglie in cui credeva, che erano quelle del diritto alla vita e alla libertà per le emittenti private (locali) italiane. Avrebbe probabilmente voluto, vinte le prime battaglie per affermare il diritto ad esistere delle stesse Radio e Tv private, che l’emittenza italiana si sviluppasse in un modo ben diverso rispetto a quanto è accaduto nella realtà. Sapeva di combattere battaglie difficili, sapeva che gli interessi che contrastava erano potenti, sapeva che avrebbe magari vinto su qualche punto, mentre su altri si sarebbe trovato forse anche solo. Ma non demordeva mai, sentiva l’esigenza di affermare i principi in cui credeva e di combattere a fondo per essi, anche quando il mondo sembrava andare da tutt’altra parte.
Parlava benissimo (seguirlo talora era un autentico spasso), con toni accesi e talora sarcastici e persino beffardi, conosceva a menadito le leggi e i regolamenti, non temeva nulla, conscio della sua grande statura morale, che lo faceva rispettare da tutti, anche dai più grandi ‘nemici’. È stato un ‘grande’, davvero, e ci piacerà ricordarlo su Millecanali con qualche foto dei tempi d’oro, quando eravamo tutti più giovani e lui spronava tutti, indomabile, a combattere per un mondo (radiotelevisivo) migliore.
Mauro Roffi