Si attendono per oggi i primi dati disaggregati dell’Auditel sugli ascolti delle singole emittenti satellitari. Dopo il via libera della Corte di Appello di Milano, infatti, la società costituita principalmente da Mediaset e Rai, può rendere noti anche questi risultati e non più il solo dato aggregato di ciascuna piattaforma. La novità di rilievo ai fini della raccolta pubblicitaria riguarda tutte le emittenti che ne facciano esplicita richiesta. Inoltre, i risultati, che normalmente sono disponibili giorno per giorno, in questo caso, per volontà degli editori che lavorano col satellite, sono mensili. Questi, prima di tutti Sky, vogliono accertarsi, infatti, dell’efficienza del sistema di rilevazione. Ricordiamo che alla diffusione dei dati di share delle tv satellitari si arriva dopo mesi di aspro scontro tra Auditel e Sky, durante i quali Mediaset, attraverso il suo amministratore delegato, Giuliano Adreani, ha accusato la tv di Murdoch di non volere una verifica canale per canale dei suoi dati di ascolto per “aumentare la percezione di successo dei propri programmi” a danno dei propri investitori pubblicitari che “non possono verificare con certezza l’effetto dei propri investimenti su questo o quel canale” finendo per “screditare i dati di ascolto della tv generalista”. L’amministratore delegato di Sky Italia, Tom Mockridge, aveva respinto l’insinuazione precisando che non erano stati loro, ma il gruppo Sitcom, a proporre, nel 2005, l’azione legale con la quale si chiedeva di impedire la divulgazione dei dati riputando l’Auditel inadeguata a misurare l’audience della tv satellitare. Un ruolo importante è quello assunto in questo scenario dall’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, nel definire tutte le operazioni necessarie come i cambiamenti sul campione d’analisi e gli strumenti di misurazione per la stima dettagliata degli ascolti del satellite. Gli inserzionisti, che sino ad ora hanno investito senza sapere chi vedeva davvero i canali, ma con grande fiducia (per il 2006 si è avuta una raccolta pubblicitaria di circa duecento milioni di eruo), nell’interpretare i dati di ascolto satellitari si troveranno prevedibilmente di fronte a dati più piccoli di quelli delle tv generaliste (che contano su un pubblico più vasto spalmato su un numero inferiore di canali), ma dovranno tener conto della maggiore propensione degli abbonati delle pay tv ad utilizzare un servizio che pagano profumatamente. (Mara Clemente per NL)