Come spiega John Plunkett sul Guardian del 4 gennaio, per Oneword Radio è arrivato il momento di scegliere tra un cambiamento radicale e la chiusura definitiva. Non è stata fortunata l’avventura di questa emittente radiofonica britannica dedicata a libri, teatro e cultura. Lanciata nel 2000 da UBC Media, la stazione ha trasmesso negli ensembles digitali DAB, sul satellite di Sky e sul digitale terrestre di Freeview, oltre che su Internet. Ma da qualche tempo il sito Web annuncia lacononicamente che le attività online sono sospese, mentre on air vengono solo riproposti vecchi programmi in attesa di conoscere il futuro di una stazione che perde un milione di sterline all’anno. A novembre UBC Media ha annunciato di aver stornato dal bilancio le attività di Oneword, ammettendo in pratica che la radio non è più in grado di assicurare un ritorno. L’ipotesi più verosimile è che tutto venga smantellato e che UBC si focalizzi sulla produzione di programmi per conto terzi.
La concorrenza con BBC Radio 7, la cui programmazione è sovrapponibile a quella di Oneword, si è rivelata insormontabile, dice Simon Cole, il responsabile di UBC Media. E’ un po’ paradossale che questa decisione sia stata presa negli stessi giorni in cui UBC è impegnata nel lancio di CLIQ, nuovo servizio di vendita di brani musicale che funziona in modo piuttosto simpatico. Per accedere al catalogo di CLIQ è sufficiente scaricare una applicazione Java sul proprio cellulare. Il programma visualizza la lista dei brani musicali appena trasmessi da un circuito di stazioni radio digitali, associando a ogni canzone un codice. L’acquirente invia il codice per sms e riceve in cambio un codice che autorizza il prelievo del brano dal sito Web di CLIQ (il servizio era stato presentato nel giugno scorso, RP ne aveva parlato).
Nella breve storia di Oneword si era aperta una interessante finestra di opportunità nel 2004, quando Channel 4 aveva rilevato una quota di maggioranza di Oneword con l’obiettivo di farne il caposaldo della sua futura offerta di radio digitale. Channel 4 è uno degli esempi più interessanti nel variegato panorama regolatorio britannico, perché nasce su mandato pubblico (originariamente come sussidiaria dell’IBA, Independent Broadcasting Authority) per aprire una terza via ibrida alla concorrenza televisiva. Nell’anno della fondazione, il 1982, il Quarto Canale doveva spezzare un monopolio costituito da due canali interamente pubblici della BBC e il canale commerciale di ITV. Il modello di business sarebbe stato interamente commerciale, ma il controllo sarebbe rimasto in mano pubblica. Adesso è addirittura l’OFCOM a scegliere il Board di Channel 4 insieme al ministro dello sport e dello spettacolo.
Quando nel 2006 l’OFCOM assegna a Channel 4 la missione di realizzare il secondo ensemble digitale commerciale a copertura nazionale, la programmazione della stazione UBC Media (già presente nei multiplex DAB National 1) sembrava essere in linea con i futuri obiettivi del consorzio 4 Digital Group. Dopo tutto Channel 4 aveva speso un milione di sterline per rilevare il controllo di Oneword. Ma in realtà la gestione dei programmi era sempre rimasta in mano a UBC e le cose non funzionavano per niente. Nel gennaio del 2007 Channel 4 rivende la sua quota a UBC per la somma nominale di una sterlina e quest’anno, dopo aver ottenuto la licenza nel luglio scorso, si appresta a lanciare la propria offerta DAB. Nel frattempo la programmazione di Channel 4 Radio si può ascoltare online, anche sottoforma di podcast. A UBC non resta che consolarsi con CLIQ, sempre ammesso che l’iniziativa, varata il 4 dicembre, piaccia più della cultura alla radio.