Secondo la “UK Film Council” – l’agenzia cinematografica del Regno Unito – nel 2005 l’industria della settima arte ha subito un danno pecuniario di circa 1.200 milioni di euro a causa del “download” di copie illegali. Film come “Star Wars: the Revenge of the Sith” e “Shrek 2” si rendevano disponibili prima in rete che al cinema. Lo stessa cosa è accaduta a molti film usciti quest’anno ed alla famosa serie televisiva britannica “Doctor who”, scaricata da 10mila utenti in internet prima ancora di andare in onda. Altro problema su cui lavorare e da risolvere è quello degli spettatori dotati di videocamere dentro le sale cinematografiche, e che riprendono i film per poi riversarli su dvd pirata e in internet. Molti parlamentari britannici chiedono – in sintonia con il governo – che questa ipotesi di reato venga riqualificata da civile a penale. Stando ai dati ufficiali, 9 film pirata su 10 appaiono sul mercato illegale proprio grazie alle videocamere “a bordo” degli spettatori seduti sulle poltrone dei cinema. Secondo un portavoce della Ispa – l’associazione di categoria inglese che rappresenta gli Internet Service Provider – è però molto difficile e costoso, se non impossibile, tentare di monitorare la pirateria cinematografica, senza considerare che si rischia di commettere dei reati nell’infrangere la privacy degli utenti. Alcuni operatori si sono dichiarati disponibili ad aprire un tavolo di negoziati con le autorità pubbliche coinvolte per tentare di arginare la piaga crescente della pirateria informatica. In Francia – stando a quanto riporta il quotidiano britannico “Times” – il problema è stato risolto togliendo l’accesso ad internet a tutti coloro che scaricano musica, film e quant’altro e così vorrebbe fare adesso in Gran Bretagna il governo Brown. (Paolo Masneri per NL)