Giuriamo che sabato, quando abbiamo pubblicato l’editoriale di questa settimana, non sapevamo ancora di quel che il Pdl aveva combinato a Roma, presentando in ritardo le liste per le regionali in Provincia.
Giurin giuretta che ciò c’era ignoto; nondimeno, alla luce dei fatti emersi poche ore dopo, abbiamo concluso che non avevamo sbagliato nel definire le decisioni dell’esecutivo. L’imbarazzante vicenda romana ci ha infatti solo fornito la conferma di quel che la vergognosa decisione governativa di minare la sopravvivenza delle radio e delle tv locali privandole delle essenziali provvidenze all’editoria – per risparmiare l’equivalente di un tozzo di pane in termini di bilancio statale (che sarà sicuramente sperperato nella miriade di spese e spesuccie inutili che tuttora resistono negli angoli di un’amministrazione colabrodo) – aveva anticipato a riguardo di passi falsi. Tuttavia, come opportunamente fa notare oggi il CONNA, cioè la prima associazione di emittenti locali ad aver lanciato (mesi fa) l’allarme su quel che l’esecutivo aveva intenzione di fare a riguardo dei fondi per l’editoria destinati alle emittenti locali, "forse il governo Berlusconi aveva sottovalutato le spinte che sarebbero venute da più parti in favore delle emittenti multiregionali e locali perché quella che sembrava una piccola questione da liquidare con un frego di penna si è rivelata più grossa del previsto". "Anche all’interno del consiglio dei ministri se ne sta parlando e perfino le associazioni collaborazioniste hanno posato il violino delle giornaliere lodi al vice ministro Romani fino a farle scomparire del tutto", punge l’ente esponenziale nel proprio commento odierno sulla triste vicenda. "Qualcuno della maggioranza comincia a domandarsi chi abbia sbagliato e come sia possibile rimediare al momento evitando per lo meno la retroattività del provvedimento iniquo. Chi ha sbagliato è presto detto, basta rifarsi all’assemblea dello scorso anno a palazzo Chigi cui il CONNA era stato invitato, per capire che già da allora era presente la tendenza radioteleomicida manifestata da chi teneva banco in quel momento, cioè il solito Paolo Bonaiuti – portavoce del capo del governo – Roberto Calderoli e Mauro Masi, nominato in seguito direttore della Rai", osserva l’associazione romana dalla lunga storia. Intanto la protesta prosegue, come abbiamo dato conto su queste pagine, e domani saranno presentate diverse iniziative per portare all’attenzione dell’opinione pubblica quel che ha combinato il governo pasticcione. A proposito, proprio domani, su questo sito, sarà disponibile, per il download gratuito, uno spot radiofonico di protesta che ciascuna emittente potrà programmare con la frequenza proporzionale alla ritenuta gravità della questione.