Roma – Dopo aver perso il treno delle frequenze a 700 MHz (su cui sono salite Verizon e AT&T), Google scrive alla FCC per dichiararsi interessata agli white spaces, ossia una gamma di canali analogici destinata alle emittenti televisive, che fa gola a Mountain View in quanto “pressoché inutilizzata”.
“La società crede fermamente nella possibilità che l’uso di queste frequenze possa portare l’accesso a Internet a molti americani” ha dichiarato Richard Whitt, un legale di Google, che osserva come l’apertura della Rete ad un più vasto bacino di utenza “permetterebbe una salutare competizione con gli attuali gestori di servizi”.
BigG ritiene che tale apertura possa avvenire utilizzando le frequenze analogiche liberate dalla migrazione al digitale terrestre, oggi “largamente sottoutilizzate” e di cui si prevede la disponibilità a partire da febbraio 2009. L’obiettivo? Trasformarle in ciò che Google già chiama “WiFi 2.0”, una piattaforma di connettività broad band wireless che potrebbe essere utilizzata anche da dispositivi mobili.
Mobili come gli smartphone dotati di Android, ma questo non sarebbe l’unico risvolto positivo per BigG: rendere disponibile Internet attraverso più soluzioni di connettività significa renderlo più capillare, e questo può significare poter raggiungere un maggior numero di utenti, ossia un pubblico più vasto per l’advertising.
L’obiettivo delle frequenze che Google vuole “wifizzare” non è visto di buon occhio dalle emittenti televisive, che temono il rischio di possibili interferenze, mentre è ovviamente condiviso dalla White Spaces Coalition formata – oltre che dal gruppo di Mountain View – da aziende come Intel, Microsoft, HP, Dell, Philips, Earthlink e Samsung.
Dario Bonacina