Qualcuno l’aveva pensato: l’accordo tra Sony e il servizio Google Book Search – Mountain View sostiene gli e-reader della casa giapponese e diventa competitor di Amazon nel mercato degli e-book – doveva nascondere qualcosa di più grosso. Senza nulla togliere alle mire editoriali dell’azienda californiana, era prevedibile che Google potesse servirsi di Sony come veicolo per un prodotto molto più determinante per il web: un browser, per esempio. Quello di Google si chiama Chrome e detiene stabilmente il quarto posto nella classifica dei browser più popolari (con una percentuale di utilizzatori del 2,84%). Davanti ad esso sfilano Apple Safari (4%; per gli utenti Mac), Mozilla Firefox (24%) e Internet Explorer (67%). La fetta di mercato di Google è dunque troppo piccola per non tentare una strategia diffusiva più efficace. Quale? La stessa che ha portato Microsoft a mantenere, senza troppa fatica, il posto in cima al podio: distribuire Chrome sui pc di Sony, analogamente a quanto ha fatto Bill Gates monopolizzando l’associazione tra sistema operativo (Windows), browser (IE) e client di posta elettronica (Outlook). L’idea è buona, il sistema è evidentemente efficace, gli internauti sono pronti. Non è ancora chiaro se Chrome sia effettivamente più versatile dei concorrenti, ma senza dubbio è veloce, intuitivo e ha fascino (aspetto non così poco rilevante nel settore di riferimento). Inoltre, la convergenza della miriade di applicazioni che Google ha sviluppato online, è una leva interessante per la diffusione di Chrome, che di fatto potrebbe guadagnare terreno fino a far ribaltare la predetta classifica. Del resto, se la popolarità di Firefox ottiene ogni anno piccoli punti percentuali, senza essere pre-installato su pc, Chrome potrebbe fare passi da gigante con il supporto di Sony. Senza poi contare che, prossimamente, verranno rilasciate anche versioni per Mac e Linux e che la Commissione europea obbligherà (come previsto) Microsoft, nel contesto del sistema operativo Windows 7, ad offrire una scelta tra browser diversi. Ma ancora, in questo caso, Chrome potrebbe essere sostituito da Opera, il competitor minore. E allora si aspetterà la seconda metà del 2010, anno in cui potrebbe arrivare anche Chrome OS, il sistema operativo di Google che risolverà ogni problema. Almeno a Mountain View. (Marco Menoncello per NL)