Partito nell’indifferenza generale nel 2001, il podcasting ha poi intercettato l’interesse degli OTT dello streaming audio Apple e Spotify. Anche se con tempi di reazione profondamente differenti: il colosso di Cupertino è entrato sin dagli esordi del mercato podcast, nel 2005, mentre la società di Daniel Ek (nata nel 2008) solo nel 2019. Ovvia conseguenza è stata, da una parte, l’esplosione dei contenuti – tanto che qualcuno, scherzando (ma non troppo), ha sostenuto che nel 2022 ci sono stati più podcast che utenti – e, dall’altra, il forte abbassamento della qualità. Situazione che sarebbe destinata a peggiorare notevolmente con la decisione di Google di lanciare una sezione di YouTube dedicata ai podcast. YouTube podcast, per l’appunto. Una notizia ripresa, di getto, da molte testate.
YouTube podcast
Secondo tali fonti, per ora, YouTube podcast sarebbe accessibile solo negli Stati Uniti attraverso la sezione Esplora, che rimanda a canali che hanno già milioni di abbonati (come The H3 Podcast o il podcast di Logan Paul, youtuber ed ex pugile statunitense).
I vantaggi di YouTube podcast
Per la maggioranza dei giornalisti che hanno ripreso la notizia, la penetrazione consolidata, la facilità d’uso e soprattutto la presenza della componente video, consentirà a YouTube podcast in poco tempo di superare la già imponente dotazione di Apple e Spotify.
Perplessità
Noi, invece, siamo perplessi. Facciamo infatti un po’ fatica a comprendere dove sarebbe la novità, visto che, al di là delle definizioni formali, una gran parte dei contenuti di YouTube è assimilabile a podcast. Anzi, YouTube è, di per sé, una delle piattaforme di veicolazione principali dei podcaster. Da sempre.
Cui prodest?
Ma vogliamo andare oltre, chiedendoci: il podcast è un business?
1 miliardo di dollari di ricavi nel 2021 negli USA
Secondo la IAB (Interactive Advertising Bureau, principale associazione di categoria che rappresenta oltre 600 aziende di comunicazione e pubblicità in USA e Unione europea), l’intera industria dei podcast statunitense ha superato il miliardo di dollari nel 2021. Abbastanza, quanto a valore assoluto, ma ben poca cosa considerata l’enorme frammentazione dei produttori. Che quindi, in massima parte, si dividono le briciole.
Prospettive
Quello che accadrà a breve è un fenomeno tipico di qualsiasi mercato aperto e congestionato: la divisione sempre più netta tra (relativamente) pochi produttori professionali di podcast di elevata qualità ed un numero indeterminabile di podcaster più o meno amatoriali con aspettative di poche decine di download nella migliore delle ipotesi.