L’anticipazione è arrivata qualche tempo fa sul web sotto forma di fumetto e ora, dopo un lavoro di ricerca e realizzazione durato circa due anni, è stata data oggi la conferma che, a breve, uscirà Chrome, il nuovo browser creato da Google per dar battaglia a Microsoft e al suo Internet Explorer. Il programma verrà lanciato sul mercato in 100 paesi in versione beta, ossia di prova e pertanto modificabile anche grazie all’aiuto degli utenti. Dopo anni di guerra fredda è arrivato il momento per Microsoft e Google di affrontarsi realmente e sullo stesso campo, con le stesse armi: quelle della competizione tra due sistemi per navigare in Internet dove, per ora, il gruppo di Bill Gates e Steve Ballmer detiene la leadership. Google Chrome appare come un avversario da temere seriamente, è realizzato per rendere più semplice e più veloce la navigazione online e si rivolge ad un utente che non si limita a sfogliare pagine online ma che guarda, carica video, gioca, si relaziona, scrive, compra e vende attraverso la rete; il vice presidente della Direzione prodotti di Google, Sindar Pichai ha spiegato: “Abbiamo capito che il Web e’ passato da più pagine di testo a una ricca interazione di applicazioni. Per questo e’ necessario ripensare completamente al ruolo del browser”. Il software è stato creato con Web Kit (utilizzato anche da Apple è già impiegato dalla grande G per il browser Android) e progettato su un’impostazione di Web 2.0. Attraverso Chrome, il colosso di Mountain View ha intenzione di unire in un solo programma le funzioni di programmi come Outlook, Word, Excel, Windows Media Player. Un’altra caratteristica riguarda la privacy: il nuovo browser renderà possibile la navigazione in incognito e permetterà così all’utente di non lasciare alcuna traccia di sé nella rete (sarà perché da qualche mese a questa parte Google è stato più volte additato per non aver tutelato adeguatamente i dati personali degli utenti?). Questa funzione ricorda molto “InPrivate” di Internet Explorer 8 e che ha messo in allerta il mondo economico poiché, eliminando le tracce del proprio passaggio in rete, non sarà più possibile scoprire informazioni relative agli interessi e ai gusti dei navigatori (archiviate nei cookies) e pertanto risulterà difficile, se non addirittura impossibile, personalizzare l’offerta pubblicitaria online, strategia sulla quale la grande G ha fondato la sua stessa ricchezza e che garantisce, ogni anno, introiti per milioni di dollari. Con questo sistema di tutela della riservatezza come sarà possibile per gli investitori continuare a puntare sulla pubblicità online? (Silvia Bianchi per NL)