Google starebbe pensando ad una tecnologia in grado di tradurre simultaneamente conversazioni telefoniche sostenute in lingue diverse. Proprio così, l’azienda di Mountain View “pensa” e con ciò si sarebbe limitata ad auspicare un modello futuristico di telefonia.
Ma tra il dire (o il pensare) e il fare c’è di mezzo, come sempre, il mare. Ragion per cui, ci si immagina che questa sia semplicemente un’idea gettata nella mischia assieme a molte altre, dalla complicatissima realizzazione, soprattutto se considerati gli enormi errori ancora oggi presenti nel sistema di traduzione online di Google. L’edizione cartacea del Corriere della Sera di ieri punta l’attenzione su alcune frasi in particolare, documentando alcuni degli errori più comuni di Google “Strumenti per le lingue” (trattasi di quel piccolo link a destra della barra di ricerca). Nel tentativo di tradurre un frammento di discorso di Barack Obama, Google avrebbe dimostrato ancora una volta di preferire (o di essere impostato automaticamente per) traduzioni eccessivamente letterali, ma prive di senso logico e, quindi, di sintassi. L’esempio utilizzato dal quotidiano italiano è il seguente: “Just in case there’s any confusion out there, I’m not going to walk away from health care reform. I’m not going to walk away on this challenge – B. Obama”. La traduzione di Google risulta questa: “Nel caso in cui non c’è alcuna confusione là fuori, io non vado a piedi dalla riforma del sistema sanitario. Io non vado a piedi su questa sfida”. E’ chiaro che il sistema di traduzione automatico non contempli non solo la forma in –ing (che, in questo caso, sarebbe ragionevolmente da trascrivere come “non ho intenzione di”), ma non riconosca nemmeno il phrasal verb “walk away from”, che di norma sta per “allontanarsi da qualcosa che non piace, che non si apprezza, altrimenti “rinunciare”. In sostanza, la frase corretta sarebbe: “In caso non fosse ancora chiaro, non ho intenzione di rinunciare alla riforma del sistema sanitario. Non ho intenzione di rinunciare a questa sfida”. Gli errori sono evidenti, anche per chi conoscesse l’inglese in modo prettamente scolastico. Pertanto l’obiettivo di Google riguardante la traduzione simultanea di conversazioni telefoniche risulta qualcosa di incredibilmente complicato e che potrà raggiungere significative svolte solo tra qualche anno. Sempre che si riesca poi a consentire che un software ragioni come un umano e riesca a cogliere, quasi perfettamente, significati e accezioni, così da trasferire all’utente la miglior traduzione ogni volta che ciò dovesse rendersi necessario. Ma come dicevamo, tra il dire e il fare c’è il mare. Un mare di test e verifiche per ottenere una sintassi migliore. (Marco Menoncello per NL)