Tutti conoscono Google, pochi sono consapevoli della sua versione in nero, ancora meno approdano alla sua anima verde (e per la cronaca, non-profit). Il dominio Google.it, sebbene sia in Italia il più popolare (anche nella sua versione iGoogle, ovvero quella personalizzata) non è l’unico ad essere abitualmente visitato da milioni di internauti tutti i giorni. La grande G in nero – www.black-google.blogspot.com, proveniente dall’omonimo e ufficiale blog di Google – è ormai comunemente utilizzata come home page da molti utenti con il pallino per il risparmio energetico. Una ricerca (i risultati sono stati pubblicati la settimana scorsa da Il Sole 24 Ore, ndr) avrebbe infatti recentemente dimostrato come il noto motore ricerca potrebbe consumare meno se le sue pagine fossero convertite tutte dal bianco al nero. La risposta della società californiana non c’è stata, ma qualcuno ha pensato bene di gettare le basi per l’idea di cui sopra, creando almeno il doppione nero di Google.it. Ma le articolazioni delle idee di Larry Page e Sergey Brin non finiscono qui. Google.org è un portale ormai noto per le sue proposte innovative nell’immensa area del non-profit e dell’energia rinnovabile ed è proprio questo il punto d’origine dell’ultima dichiarazione di un progetto, naturalmente di svariati milioni di dollari, dei fondatori della grande G. L’annuncio avrebbe confermato l’intenzione di produrre un giga di “energia” pulita – quantità paragonabile al consumo annuo di una città come San Francisco -, di seguito battezzata con l’acronimo Rec, ovvero “Renewable energy cheaper than coal” (“energia rinnovabile più economica del carbone”, ndr). Il progetto, naturalmente diverso dai tradizionali appartenenti al web, finanzierà metodi per la creazione di energia su base termo-solare, eolica e geotermica. (Marco Menoncello per NL)