La rivista “Wired” ha già lanciato un concorso che premia le istantanee più belle, più curiose, più osè. La fonte? Il nuovo servizio fornito da Google: dopo “Google Earth”, infatti, è stato lanciato la scorsa settimana il nuovo “Street View”, attivo solo in cinque metropoli statunitensi (New York, Los Angeles, Denver, Miami, San Francisco), che fotografa, con precisione e nitidezza imbarazzanti, ogni singolo punto (pubblico!) della città, andando a scovare ed a mettere in luce tutti i comportamenti più strampalati della popolazione metropolitana. Questo nuovo servizio, gratuito su Google, ha acceso un grande vespaio di polemiche tra gli abitanti di queste città e tra le associazioni per la difesa della privacy, contrastate, altresì, dai legali del grande portale del web, i quali sbandierano la legge, tutta americana, che consente di fotografare qualsiasi persona in un qualunque luogo pubblico, purchè non all’interno delle abitazioni. In Europa si tratterebbe di violazione della privacy, oltreoceano no. Perciò “Street View” pare essere perfettamente legale e, anzi, i suoi promotori ne esaltano i vantaggi (non solo in termini “gossippari”), ad esempio, per i turisti, i quali possono, ora, fare un accurato sopralluogo del luogo da visitare prima di avventurarvisi, con immagini nitidissime e per niente “pixelose”. Come altrettanto nitide sono le immagini che hanno partecipato (a poco più di una settimana dalla nascita del servizio) al concorso di “Wired”, tra orinate nelle aiuole newyorchesi e perizomi in bella mostra nelle auto di San Francisco. Vincerà il più osè, se le associazioni a tutela della privacy non riusciranno ad impedirne la premiazione. (Giuseppe Colucci per NL)