Google-editori ai ferri corti

Il motore di ricerca rifiuta l’invito ad utilizzare la tecnologia Acap per l’utilizzo di materiali da altri siti e gli editori s’infuriano


È oramai guerra aperta tra il motore di ricerca più famoso del mondo e la Wan, l’associazione internazionale degli editori (in cui l’Italia è rappresentata dalla Fieg). Il pomo della discordia è il sito d’aggregamento di materiale informativo, Google News, lanciato lo scorso anno, che raccoglie informazioni dai siti dei quotidiani e delle agenzie e li riporta sul proprio portale. Chiaramente senza alcun costo. Sostanzialmente, cliccando sul sito è possibile accedere ai link dei siti dai quali le informazioni provengono. Secondo gli editori questo servizio penalizza nettamente i siti di provenienza dell’informazione e ne raccoglie i frutti senza alcun compenso economico. Praticamente, pubblica articoli che per altri hanno dei costi, ma lo fa totalmente gratis.
Di recente la Wan (World association of newspapers) aveva predisposto un protocollo, chiamato Acap (automated control access protocol), che sarebbe servito ai siti d’informazione per indicare le modalità d’utilizzo del proprio materiale da parte di terzi. Una specie di bollino digitale, con indicazioni circa la possibilità d’utilizzare una pagina per intero, parzialmente o per nulla. Google, di tutta risposta, ha fatto sapere, per bocca del capo della sezione rapporti editoriali con l’Europa, Rob Jonas, che non ha alcuna intenzione d’usufruire di quel protocollo, ritenendo più che sufficiente il sistema robots.txt, che blocca l’uso d’un sito per salvaguardarne eventuali copyright. “E poi Google intende solo indirizzare traffico sui siti dei giornali – dice Jonas – con Google News noi aggreghiamo titoli e sommari, e convogliamo gli utenti verso i siti delle singole testate. Non c’è motivo per cui gli editori siano seccati”. Lapidaria, quindi, la risposta di Google, che ha mandato su tutte le furie i vertici della Wan. In particolare, il suo presidente Gavin O’Reilly, ha detto: “Se Google non vuole Acap per difendere i suoi interessi commerciali, lo dica apertamente, senza parlare di motivi tecnici che renderebbero inadeguato lo standard. Robots.txt è un sistema di bloccaggio, dice solo sì o no. Acap, invece, comunica, dice ai robot dei motori di ricerca cosa fare con ciascuna pagina”. Le due parti, da quanto si evince dalle dichiarazioni, difficilmente accetteranno di venirsi incontro. Google, anzi, controbatte, sbandierando il dato secondo cui da quando, nell’ottobre 2007, il portale del “Financial Times” si è aperto a Google News, ha registrato un incremento dei contatti del 75%, con 230 mila nuovi utenti registrati. Inoltre, il servizio News non è stato monetizzato dal motore di ricerca, che ha rifiutato di introdurvi pubblicità Adsense. (Giuseppe Colucci per NL)

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