Una delle difficoltà più grosse che rendeva dubbia l’attuazione dei propositi di Google di acquistare DoubleClick, per la somma di 3,1 miliardi di dollari, è appena venuta meno: giovedì scorso, la Federal Trade Commission ha deciso che l’unione tra le due società può legittimamente avvenire. La commissione statunitense ha infatti ritenuto che le due company non fossero in concorrenza diretta tra loro, anche se entrambe attive nel settore della pubblicità all’interno dei siti web. L’agenzia ha inoltre stabilito che l’operazione non causerà una diminuzione della concorrenza sul mercato dell’advertising, visto che quest’ultimo è in continuo fermento per via dell’alto grado di concorrenzialità che lo contraddistingue. La pronuncia non è stata però accolta in modo unanime: Pamela Jones Harbour, uno dei cinque membri della commissione, si è espressa negativamente, poiché fermamente convinta che la fusione Google-DoubleClick avrà un impatto fortemente negativo sul mercato. Per parte sua invece Google, la company di Mountain View ha dato una valutazione molto positiva sul verdetto della commissione rilevando tra l’altro come l’acquisto di DoubleClick rappresenti soltanto una fra le più recenti acquisizioni compiute dai più grandi operatori del settore: l’acquisto di Right Media da parte di Yahoo, ADTECH AG e WPP Group da parte di AOL e aQuantive da parte di Microsoft, sono esempi concreti ed evidenti della forte concorrenzialità che sta animando il mercato dell’advertising. Ora a Google deve soltanto aspettare la decisione della Commissione Europea prima di poter ratificare definitivamente l’operazione. Oltre che dalla FTC, l’acquisizione è stata approvata anche dall’Australian Competition and Consumer Commission. Eric Schmidt, Chairman e CEO di Google ha dichiarato: “Noi speriamo che la Commissione Europea raggiunga presto le stesse conclusioni della Federal Trade Commission, inoltre confidiamo che questo affare porti migliori annunci pubblicitari per gli utenti, maggiore scelta per gli inserzionisti e molte più opportunità per i web publisher“.(Paolo Masneri per NL)