Gli Stati Uniti si sono arresi. L’Italia ha fatto lo stesso, senza opporre resistenza alcuna. La Francia ha perso una battaglia durata quattro anni, ma il finale è lo stesso dei precedenti. Così Google Book Search proseguirà l’opera di digitalizzazione delle opere nazionali, che lentamente sta conquistando il vecchio continente. Ma qualcuno (la Germania) prova ancora a rifiutare la collaborazione, convinto che l’azienda californiana non abbia rispetto per le leggi sul copyright e che la gestione di Google Book Search vada a minare, se non addirittura a distruggere, la biblioteca digitale Europeana. Secondo quanto dichiarato dal Ministro per la Giustizia tedesco, Brigitte Zypries, Europeana dovrebbe essere (o comunque diventare) l’alternativa senza scopo di lucro e un competitor culturale interessante per l’azienda di Mountain View. Chiaro è che senza la collaborazione di tutti i soggetti del vecchio continente si potrà fare poco, ragion per cui i tedeschi hanno già ripetutamente “bacchettato” gli italiani (molto più dei cugini d’Oltralpe) che sembrano aver snobbato l’impegno comunitario per la costituzione di Europeana. Ma del resto, come rifiutare Google in un settore – il web – dove lei stessa è la regina incontrastata delle dot com? Ci sono decine, forse centinaia di scrittori, ed editori, che sono stati anzitempo dimenticati dal mercato, dalle librerie, perfino dalle più antiche biblioteche nazionali e ora possono trovare spazio sul mezzo più potente della rete. E sperare di recuperare dignità in un mercato – quello digitale – comunque pieno di acquirenti e lettori interessati. (Marco Menoncello per NL)