Tim Armstrong, Vice Presidente del settore Advertising di Google, ha dichiarato il forte interesse del motore di ricerca ad estendere la propria presenza ad altri media, come la radio: del resto questo è in parte già avvenuto, con la carta stampata, tramite Google Publication Ads e già qualcuno mormora che il prossimo passo potrebbe essere la televisione. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, il colosso annuncerà l’avvio di un programma sperimentale che consentirà a chiunque di acquistare spazi pubblicitari radiofonici tramite il motore di ricerca. Attualmente utilizzato da un numero limitato di inserzionisti, il sevizio potrebbe presto essere utilizzato su vasta scala. La radio potrebbe affiancare efficacemente internet e carta stampata: in questo modo, Google potrebbe garantire ai clienti interessati campagne di marketing multicanale e potrebbe allargare i servizi anche a nuovi advertisers, arricchendo il proprio portafoglio clienti e integrando le necessità anche di aziende che operano in vari settori e che hanno finora utilizzato i servizi di Google in maniera limitata. Google ha annunciato di voler avviare una fase di test lunga 3 mesi per sperimentare le opportunità della raccolta pubblicitaria anche per la carta stampata. Il motore occuperà spazi su vari giornali statunitensi trattenendo il 20% del ricavato, tentando così di metter mano ai circa 48 miliardi di dollari con cui è valutato il settore nei soli Stati Uniti. Infine Google sarebbe anche interessata all’acquisizione di Clear Channel Communication, leader mondiale dell'”out-of-home” (pubblicità esterna e radio) che, con un fatturato di oltre 8,5 miliardi di dollari, gestisce 1.225 emittenti radiofoniche e 37 emittenti televisive negli Stati Uniti ed ha partecipazioni azionarie in più di 240 radio nel mondo. L’obiettivo di Google è del tutto evidente: diventare un punto di riferimento valido per ogni tipo di pubblicità: il brand impera sul web, gli esperimenti audio e video sono in atto e l’avventura sulla carta stampata è ormai ai nastri di partenza. Le vittime della contrattazione on line della pubblicità saranno i grandi broker internazionali che comprano la pubblicità all’ingrosso e che si sentono ora minacciati dalla mossa di Google. Rimaniamo in attesa delle probabili reazioni. (TL per NL)