GodTube, quando la fede si trasmette online

Dagli Stati Uniti arriva l’alter ego di YouTube: un altro fenomeno di “tecno-religione”


Cosa succede quando l’immensa comunità cristiana, in un paese evoluto come gli Stati Uniti, tenta di rilanciare la propria fede religiosa? Nasce GodTube, il portale multimediale del cristianesimo. Per alcuni considerato un interessante esperimento di promozione “tecno-cristiana”, per altri l’ennesimo esempio di proselitismo invasivo, la risposta religiosa a YouTube raccoglie i fedeli di gran parte del mondo americano sotto un unico (e discutibile) motto: “broadcast Him”, trasmetti Lui (nel senso, transitivo, di trasmettere attraverso un video il verbo di Gesù Cristo). Il sito, contenente una miriade di filmati provenienti da ogni differente specie di confessione evangelica e non, ammettiamolo, è inquietante quanto il rispettivo logo (una croce cristiana rossa diventa la “t” di tube, sovrastando la scritta) e il rispettivo motto (“what would Jesus download?”, “cosa avrebbe scaricato Gesù?”, ndr) che si commenta, senza dubbio, da solo. Nonostante tutto, il fondatore dell’impero cristiano online Chris Wyatt, un 38enne californiano, ex produttore televisivo per Cbs (oltretutto, quindi, una persona che di video se ne intende), sembra felice e soddisfatto del proprio prodotto, il quale è stato lanciato questo agosto ma possiede già milioni di iscritti, che oltre a guardare i diversi filmati, si prodiga nella recitazione di salmi e sermoni, leggendoli o cantandoli, come nella migliore delle tradizioni gospel, a ritmo di rock e blues. Wyatt avrebbe scelto di creare GodTube dopo aver studiato teologia a Dallas, in seguito ad una svolta decisiva della sua vita. Blogger e opinione pubblica rimangono naturalmente perplessi in merito all’efficienza, anche evangelica, del sito in questione, ma a questi l’ex-dirigente Cbs risponde affermando che, se internet è il cuore dell’attuale e delle prossime generazione, a quanto pare tutte destinate ad allontanarsi progressivamente dalla chiesa, è compito di chi crede nella tecnologia attuare una politica di strategia multimediale (da lui definita “Jesus 2.0”; altro aspetto che si commenta da solo) per riconquistare i fedeli. L’Europa è naturalmente scettica di fronte a questo fenomeno, considerato da molti, l’ennesimo esempio della confusione religiosa tipica del paese a stelle strisce. (Marco Menoncello per NL)

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