Global Voices lancia la “Giornata Mondiale della Solidarietà con i Blogger Perseguitati”, nell’anniversario dell’assassinio del blogger iraniano Omid Reza Mir Sayafi

Morire in carcere, nel ventunesimo secolo, per aver “insultato”, “mancato di rispetto” a dei leader religiosi in un paese ce fa del fanatismo religioso un suo marchio di fabbrica. È la triste storia di Omid Reza Mir Sayafi, morto otto giorni fa nel carcere di Teheran, dove attendeva da tre mesi l’esito del processo che lo vedeva imputato per aver “offeso l’Islam”.
Omid Reza Mir Sayafi era stato arrestato lo scorso dicembre per aver “insultato” e fatto propaganda contro l’Islam dalle pagine del suo blog. Condannato in primo grado a due anni e mezzo di carcere, secondo il sito degli Attivisti iraniani per i diritti umani, il blogger avrebbe iniziato a soffrire di una grave forma di depressione che lo avrebbero portato ad abusare dei farmaci prescrittigli. Quando è morto era in attesa d’essere trasferito in una struttura ospedaliera, per l’aggravarsi della sua condizione. Era già un po’ di tempo che il dottor Hesam Firouzi, anch’egli attivista per i diritti umani, aveva chiesto per Omid Reza il trasferimento per motivi di salute ma, a quanto dice, i medici del carcere non gliel’avevano concesso. Il 18 marzo, poi, Omid Reza è morto.
Da quel giorno, sono partite una serie di campagne di sensibilizzazione sul web. Su Facebook, tanto per citarne una, è partita una raccolta d’adesioni perché l’Iran s’assuma la responsabilità della morte di Mir Sayafi. La più significativa di queste campagne, però, la porta avanti, al solito, il network di Global Voices che ieri ha lanciato la proposta d’istituire, proprio il 18 marzo, in occasione delle commemorazioni per la morte del blogger iraniano, una “Giornata Mondiale della Solidarietà con i Blogger Perseguitati”. “In questa giornata si legge sul loro portale – potremo ricordare, parlare, rendere omaggio ai blogger detenuti nelle prigioni, a quelli che sono stati uccisi e minacciati, indipendentemente da ogni ideologia politica, etnia e contesto sociale. E in questa occasione potremo discutere di quali misure adottare a sostegno dei blogger perseguitati”. L’indirizzo cui mandare segnalazioni inerenti il tema è [email protected]. (G.M. per NL)
 
 

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