L’Antitrust si avvia a dare l’assenso alla maxiconcentrazione radiofonica determinata dalla successione di Mediaset nelle quote di Finelco, il più grande gruppo radiofonico italiano.
Le contromisure ipotizzate per evitare il diniego da parte di Agcm, che aveva rilevato il rischio di un’alterazione degli equilibri di mercato, non tanto per la titolarità di cinque stazioni nazionali (Radio 105, RMC, Virgin Radio, R101, GBR), ma per la raccolta pubblicitaria (oltre che per tali soggetti, il Biscione rastrella per Radio Italia, Kiss Kiss, Norba e Subasio), sono state considerate accettabili (Mediamond manterrà la raccolta solo per le radio controllate e partecipate e le quote di RMC potrebbe essere acquistate integralmente dalla famiglia Hazan). Nulla di imprevisto o imprevedibile. Quel che piuttosto stupisce è la totale indifferenza (o incapacità di reazione) dei concorrenti, palesemente paralizzati di fronte all’ingresso in forze del settore del più grande player italiano della comunicazione. Eppure erano stati ipotizzati alcuni virtuosi scenari di contrasto/bilanciamento, quali alleanze strategiche, concentrazioni, joint venture, realizzazione di nuovi prodotti sinergici con gruppi editoriali locali o di superstation. Le risposte, invece, stanno sostanzialmente a zero. Fatta salva la partenza dell’ibrida (in termini di dimensioni diffusive) Radio Zeta L’Italiana da parte di RTL 102,5, il resto dei giocatori pare fatalisticamente attonito. In attesa di chissà che cosa…