Sarebbe meglio dire: per i cittadini che hanno il diritto di essere informati. Su tutto. Che piaccia o meno alla classe politica. Certo, con il rispetto per la dignità delle persone. Certo, con la coscienza che il “venticello” può distruggere una persona.
E la distruzione della dignità delle persone non vale un pugno di copie in più. Almeno nella coscienza dei giornalisti che hanno una coscienza. Ma la sensazione è che la classe politica – destra-centro-sinistra –voglia solo preservarsi. Con provvedimenti (norme-decreti leggi-disegni di legge-leggi e quant’altro) che la mettano in area super-protetta. Per (contro) i giornalisti la parola d’ordine del terzo millennio è: “divieto di…”. E’ questa la libertà di stampa in un Paese democratico? Per affrontare un piccolo segmento del grande tema, Stampa Democratica ha organizzato un incontro con il Presidente dell’Autorità garante per la privacy, professor Francesco Pizzetti, che si è potuto tenere nella Sala Alessi di Palazzo Marino, venerdì 20 aprile, grazie alla sensibilità del Sindaco di Milano, Letizia Moratti, e del Presidente del Consiglio comunale, Manfredi Palmeri. Ci sia consentito dire che questo non è un ringraziamento, comunque sentito, a una parte politica, ma un omaggio alla disponibilità di questi esponenti politici ad ospitare anche dibattiti “scomodi”. Ovviamente grazie anche al Presidente dell’Autorità garante per la privacy, professor Francesco Pizzetti, che ha accettato di scendere nell’arena. Grazie ai quasi cento giornalisti presenti (fatto inedito!) che hanno deciso di dedicare a un dibattito sulla libertà di stampa tre ore della loro spesso frenetica vita, in un venerdì pomeriggio. Per capire. Grazie alle autorità, ai rappresentanti delle istituzioni presenti. Forse, dialogando, non finiremo al 100° posto della classifica sulla liberta di stampa stilata da Giornalisti senza frontiere. Forse. Se tutti insieme lavoreremo per raggiungere Finlandia, Islanda, Irlanda e Olanda dove la libertà di stampa è LIBERTA’ DI STAMPA. (mgm)
Pizzetti: no alle sanzioni penali per i giornalisti
Ma dai colleghi duri interventi contro le ultime normative.
Confrontarsi e mantenere aperto il dialogo con le istituzioni proprio mentre si ha la sensazione che la libertà di stampa in Italia “stia cadendo in un baratro” come ha detto Mariagrazia Molinari, ricordando che l’Italia si è collocata nel 2006 al 40° posto nella graduatoria mondiale stilata da Reporters without borders (Worlwide Press Freedom Index 2006). Dopo Panama e subito prima di El Salvador. Questo l’esordio del convegno organizzato da Stampa Democratica, con il patrocinio dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti, nella sala Alessi del Comune di Milano. Ospite d’eccezione il Garante della privacy, professor Francesco Pizzetti. Il provvedimento emanato dall’Autorità in concomitanza con il caso Sircana” ha dato a molti giornalisti l’impressione che la legge Mastella ne sia stata la diretta e, diciamocelo con franchezza, sciagurata conseguenza. Una legge che i giornalisti giudicano liberticida, ma approvata alla Camera, come ha ricordato Sergio Stimolo, “con maggioranza bulgara”. In realtà, ha aggiunto, sarebbe opportuno abolire questo luogo comune che proviene dal passato perché “oggi la Bulgaria ci precede nella classifica dei Paesi più liberi di pubblicare” (35° posto, al pari della Francia, ndr). “Chiedo scusa ai bulgari”. Piero Ostellino, prestigioso editorialista del Corriere della Sera dopo esserne stato direttore, ha però messo l’accento sul fatto che “il diritto alla libertà riguarda prima i giornalisti che il legislatore”: “Sono i giornalisti – secondo il moderatore dell’incontro – che devono rivendicare nei fatti il loro ruolo non prestandosi a fare da megafoni compiacenti ai poteri forti. Ostellino ha anche posto la questione di legittimità delle Autorità di garanzia ricordando che Sergio Fois, docente di Dottrina dello Stato e di Diritto costituzionale, considera fuorviante dal dettato costituzionale la creazione e le attività delle Authorities in particolare per quanto concerne la questione della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale delle loro pronunce. Secondo Fois, infatti, la Gazzetta Ufficiale dovrebbe essere riservata unicamente alla pubblicazione degli atti del Parlamento e del Governo. Una prima risposta ai molti temi sul tappeto l’ha fornita il Garante affermando di “non ritenere giuste le sanzioni penali a carico dei giornalisti”. Tuttavia se la “libertà di stampa è un dovere del giornalista, è un diritto del cittadino quello di essere informato”.Quindi, fermo restando l’articolo 21 della Costituzione, chi fa informazione, secondo il professor Pizzetti, deve fare un’attenta valutazione della notizia, tenendo ragionevolmente presente il diritto alla riservatezza dei soggetti coinvolti. Ostellino ha replicato rivendicando una volta di più il dovere del giornalista di pubblicare, salvo poi, se del caso, essere sanzionato; ma si è chiesto se altrettanto o forse ancor di più non siano sanzionabili coloro, ovvero i magistrati, che della fuga di notizie sono gli autori e i primi responsabili. L’appassionato intervento di Paolo Liguori (direttore TgCom di Mediaset) ha stigmatizzato “l’intoccabilità” dei magistrati sostenendo che a decidere, nella loro autonomia, dovrebbero essere i giornalisti e ha provocatoriamente proposto ai presenti (tra i quali c’erano numerosi “piani alti”dei quotidiani milanesi) un patto: non pubblicare più notizie “sensibili” se non quelle che riguardano i politici e i magistrati. Il professor Pizzetti ha allora difeso il suo intervento sul caso Sircana ricordando che si tratta di un provvedimento a carattere generale e non “ad personam” , ma non è riuscito a persuadere fino in fondo i giornalisti presenti. A cominciare da Sergio Stimolo che ha attaccato il provvedimento definendolo “censura preventiva” e meravigliandosi che fosse stato emanato da un costituzionalista come Pizzetti. Una posizione più conciliante è stata quella assunta da Dario Di Vico (vice direttore del Corriere della Sera) che ha voluto esplicitare la necessità di una normativa a riguardo che si ponesse come punto di equilibrio. Ma ancor prima Giovanni Morandi (direttore de Il Giorno) aveva ricordato che, quotidianamente, a causa dell’eccesso di normativa, i giornali infrangono un numero imprecisabile di leggi e che la vera questione da porsi sarebbe piuttosto quella della necessità o meno di un’Autorità di garanzia, a suo dire inefficace. Suggestione che ha prodotto la reazione di Pizzetti che ha voluto puntualizzare che nei due terzi dei casi esaminati l’Autorità da lui presieduta ha fatto pendere la bilancia a favore dei giornali. Il convegno, dopo un saluto-riflessione sulla libertà di stampa del sindaco Letizia Moratti, si è concluso con un frizzante e provocatorio intervento dell’assessore alla cultura di Milano, Vittorio Sgarbi. Nonostante in molti abbiano preso, autorevolmente, la parola, questo “faccia a faccia”con il Garante ha lasciato anche dei delusi: coloro che volevano rivolgergli domande e non sono riusciti a farlo per mancanza di tempo. Forse, con Francesco Pizzetti, più che un incontro si sarebbe dovuta tenere una riunione non stop. (M.L. per NL)