da Franco Abruzzo.it
Torino, 21 luglio 2008. Un monito contro la «spettacolarizzazione dei processi» e per «recuperare equilibrio» è stato lanciato oggi dal presidente della repubblica Giorgio Napolitano attraverso un messaggio letto al convegno, in corso a Torino, in ricordo dell’avvocato Vittorio Chiusano. «Nel momento in cui si riscontra una tendenza alla spetacolarizzazione dei processi, connotata anche dalla divulgazione di notizie attinenti a terzi estranei alle vicende che ne sostituiscono oggetto – si legge nel messaggio, rivolto all’avvocato Luigi Chiappero presidente della Camera Penale che ha organizzato l’evento – occorre recuperare equilibrio per assicurare il rispetto della dignità e del decoro delle persone coinvolte».(ANSA).
GIUSTIZIA. PIZZETTI: “PROCESSI SPETTACOLO SPINGONO OPINIONE PUBBLICA A FARSI GIUDICE”.
Torino, 21 luglio 2008. «Il rischio della giustizia spettacolo è anche quello di spingere l’opinione pubblica a farsi lei stessa giudice, magari sulla base di informazioni date anche in modo superficiale dai talk schow, ascoltando il parere di persone magari esperte ma non sempre con la conoscenza adeguata dei fatti, con la conseguenza, come abbiamo visto verificarsi in casi recenti, che se la sentenza dei magistrati non coincide con quello che l’opinione pubblica aveva già sentenziato, si tende quasi a ritenere che siano i magistrati ad aver sbagliato e che anche la sentenza spetti all’opinione pubblica». È quanto ha osservato il Garante della privacy Francesco Pizzetti, riferendosi al messaggio del capo dello Stato Giorgio Napolitano inviato al convegno promosso a Torino dalla camera penale ‘Vittorio Chiusanò e dalla associazione Riccardo Lombardi in memoria del penalista scomparso 5 anni fa, l’avvocato Vittorio Chiusano. Il professor Pizzetti, che parteciperà alla tavola rotonda di questo pomeriggio al convegno in corso a Torino, ha sottolineato che «sul rischio concreto che si corre in Italia, specialmente attraverso i talk show, di incentivare i processi mediatici, i processi spettacolo, la confusione fra realtà e reality, abbiamo detto che è importante distinguere fra ciò che è informazione e ciò che è spettacolo e che -ha aggiunto il Garante- se in nome della libertà d’informazione si può incidere sulla riservatezza di una persona, specialmente quando è un personaggio pubblico, assai più discutibile è che si possa fare lo stesso in nome di quello che è prima di tutto spettacolo».
A proposito del tema del convegno, incentrato sul giusto processo di libertà d’informazione, Pizzetti ha osservato che «la libertà di stampa e di informazione è un diritto costituzionale fondamentale, quindi non c’è dubbio che questo diritto fondamentale giustifichi la compressione di un altro diritto parimenti fondamentale, alla riservatezza e alla libertà di comunicazione. Questo significa -ha precisato- che quando, in nome della libertà di informazione, si diffondono notizie raccolte per finalità di giustizia, occorre da parte del giornalista la massina attenzione alle regole deontologiche e alle norme che disciplinano la libertà d’informazione e il diritto alla riservatezza». A proposito dei temi di stretta attualità sull’argomento il Garante ha sottolineato che «non vogliamo entrare nel merito dei progetti di legge presentati o entrare nel dibattito politico se non per questo: anche rispetto a disegni di legge recenti -ha detto Pizzetti- abbiamo sottolineato una carenza di attenzione a misure di sicurezza e protezione dei dati, abbiamo detto che non basta, e forse non è la via migliore, innalzare le pene, sarebbe importante invece dare le risorse necessarie ai magistrati per proteggere i fascicoli processuali e poi vigilare perchè queste misure di protezione che oggi mancano siano adottate con la necessaria tempestività e accuratezza». (Adnkronos)