da Franco Abruzzo.it
New York, 28 gennaio 2008. Il mestiere del giornalista è mal pagato e troppo stressante – sempre sul filo del rasoio con i tempi, tante fonti da consultare e troppi interessi da non calpestare – e non sono pochi i professionisti che pensano di lasciare. E’ quanto risulta da un sondaggio americano condotto da Scott Reinardy, professore della Ball State University.
Non a caso nel 2005 il Center for Disease Control ha classificato il giornalismo come il settimo lavoro più stressante negli Stati Uniti. All’inizio del 2007, Reinardy ha contattato via e-mail 1.452 quotidiani statunitensi spiegando la natura della sua inchiesta e ha chiesto una lista dei dipendenti. Di questi, hanno partecipato al sondaggio 770 giornalisti, che hanno completato online il cosiddetto Maslach Burnout Inventory-General Survey, un questionario che misura il tasso di frustrazione in alcune professioni. Reinardy ha scoperto che il guadagno medio di chi ha risposto era di 48.493 dollari l’anno, che in media i giornalisti avevano 41,6 anni e 17,8 anni di esperienza nel settore. Alla domanda sulle intenzioni di lasciare il lavoro in un quotidiano, il 25,7% ha risposto di sì e il 36,2% “non so”. Il 31% dei giornalisti sotto i 34 anni ha espresso l’intenzione di lasciare la professione e il 43,5% è incerto se continuare. Quelli che vogliono lasciare, lo fanno per il salario troppo basso (36%), per i turni massacranti (27%), per lo stress (19%) o perché la vita privata risente troppo di un lavoro così impegnativo (13%). Dove andranno questi giornalisti? Non tutti abbandoneranno completamente il settore, ha scoperto Reinardy. Molti vogliono trasformarsi in freelance. Altri pensano di entrare nelle pubbliche relazioni o all’università. Altri ancora vogliono tornare a studiare e acquisire nuove professionalità. Ora Reinardy ha intenzione di approfondire la sua ricerca per capire meglio i motivi di tanto disamore. (9Colonne)