Saro Ocera è deceduto ieri sera, all’Ospedale di Catanzaro, dove era ricoverato per l’aggravarsi della malattia.
Ocera è stato, infatti, per anni presidente della Commissione ricorsi che si occupa, tra l’altro, del rispetto delle norme deontologiche. Sono sue le motivazioni di delicate decisioni tese a garantire la trasparenza della nostra professione. E’ anche grazie al suo lavoro che tutti i giornalisti italiani possono avere riferimenti normativi e giurisprudenziali ben definiti. E’ suo, infatti, tutto il faticoso lavoro che c’è dietro la pubblicazione del repertorio decennale e del Massimario, giunto alla terza edizione, che raccoglie le decisioni assunte dal Consiglio nazionale. Anche nella fase più dolorosa della malattia non si è mai sottratto a quello che considerava il suo dovere nei confronti dell’Ordine. Ha lavorato fino all’ultimo, istruendo delicati casi disciplinari e completando, appena poche settimane fa, l’ultima edizione del “suo” Massimario. Nato a Patti, in provincia di Messina, il 3 Febbraio 1939, laureato in Economia e commercio, pubblicista dal 1962 e giornalista professionista dal 1965, Ocera era apprezzato per la sua profonda preparazione giuridica in materia professionale ed era considerato uno dei maggiori esperti dell’evoluzione della professione giornalistica. E’ stato capo ufficio stampa del Comune di Catanzaro e direttore di “Catanzaro Notizie”, Consigliere segretario dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria dal 1979 al 1989, anno in cui è stato eletto consigliere nazionale. Nel 1990 è entrato a far parte della Commissione ricorsi, che ha presieduto per quasi quindici anni. Fervente cattolico, stimato ed apprezzato da tutti i colleghi per le sue straordinarie doti umane, la sua dirittura morale e la sua onestà intellettuale, Saro Ocera rimarrà per sempre nella storia del dell’Ordine dei giornalisti per il suo fondamentale contributo professionale ed umano.
Numerosi i messaggi di condoglianze: oltre che dall’intero Consiglio nazionale e dall’Ordine della Lombardia, quelli del Presidente e del Segretario della Fnsi, dei Presidenti di Inpgi e Casagit e di numerosi colleghi. Tra i messaggi più caldi quelli del Santo Padre Benedetto XVI, del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, del Presidente del Senato Renato Schifani, del Presidente della Camera Gianfranco Fini, di diversi membri del governo.