Anche i giornalisti Mediaset scendono in campo sul caso Mesiano, con una nota del Coordinamento dei Comitati di Redazione che censura quanto accaduto la scorsa settimana e chiede un confronto all’azienda sul tema dell’informazione.
La presa di posizione dei Cdr Mediaset si riferisce a un servizio mandato in onda dalla trasmissione "Mattino 5", condotta da Barbara D’Urso e dal giornalista Claudio Brachino, nel quale venivano messe in luce alcune presunte stravaganze di Raimondo Mesiano, il giudice che recentemente ha condannato in primo grado, in sede civile, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a risarcire 750 milioni di euro a Carlo De Benedetti per il presunto "scippo" della Mondadori. Nel servizio Mesiano, seguito in una giornata di libertà, mentre passeggia, legge il giornale e va dal barbiere, è stato dipinto come strambo per il suo abbigliamento (le ormai celebri calze turchesi) e per alcune sue abitudini, come quella di camminare avanti e indietro sul marciapiedi davanti al negozio del barbiere. Un servizio evidentemente basato sul nulla, che da più parti è stato letto come un attacco in piena regola al giudice, sferrato dalle reti del Cavaliere. Dopo le prese di posizione durissime della Federazione Nazionale della Stampa, che ha parlato di pestaggio mediatico, e dell’Associazione Nazionale Magistrati, che ha invocato il Garante della Privacy, anche il Coordinamento dei Comitati di Redazione dei giornalisti Mediaset è intervenuto per chiedere all’azienda spiegazioni sull’accaduto e ha espresso «viva preoccupazione per quanto sta avvenendo nel mondo dell’informazione e nelle reti Mediaset». Intervistato da Corriere Tv, Paolo Trombin, del Cdr del Tg5, ha ribadito che episodi come questi accadono anche in seguito alla scelta di creare un’impropria commistione tra informazione e intrattenimento. Il Coordinamento dei Cdr Mediaset ha espresso apprezzamento e solidarietà a Pietro Suber, giornalista del Cdr di Videonews, la testata alla quale fa capo "Mattino 5", che in seguito al caso Mesiano ha rassegnato le proprie dimissioni dal sindacato. I colleghi gli hanno chiesto di ripensarci e di tornare a ricoprire il proprio incarico. (Franco Abruzzo.it)