dalla newsletter di Franco Abruzzo.it
Tuttavia, INPGI sottolinea anche che resta ”irrisolta la questione relativa alla cessione del diritto di autore, il cui utilizzo oggi comporta di fatto un onere contributivo ad esclusivo carico del giornalista”.
L’Inpgi – ricorda una nota – ha partecipato al confronto avviato dal ministero del Lavoro, assicurando da subito la sua disponibilità ”a farsi carico di un minor introito di oltre 32 milioni di euro, relativi ai contributi e alle sanzioni che gli ispettori dell’istituto hanno notificato, in cinque anni e mezzo di attività, a 350 aziende editoriali per conto di 667 giornalisti”. Di fatto ”un condono totale” accordato alle aziende ”che accettino di stabilizzare i co.co.co. giornalisti”.
Il consiglio di amministrazione dell’Istituto apprezza l’intenzione del governo di adottare ”una norma che modifichi l’attuale assetto normativo della Gestione separata Inpgi per quel che concerne i rapporti di lavoro co.co.co., prevedendo: 1) il trasferimento dell’onere contributivo per 2/3 a carico del committente e per un terzo a carico del giornalista; 2) l’innalzamento graduale delle aliquote contributive fino a raggiungere nel 2011 lo stesso ammontare dell’aliquota prevista per la generalità dei collaboratori coordinati e continuativi iscritti all’Inps (pari attualmente al 23%); 3) l’attribuzione della titolarità dell’obbligazione contributiva in capo al committente; 4) un trattamento di malattia e maternità in armonia con quanto previsto dalla Gestione separata Inps”.
Analogo apprezzamento anche per il fatto che nel documento siano ”finalmente previsti per il Sindacato dei giornalisti la stessa dignità e lo stesso ruolo che la Finanziaria 2007 ha a suo tempo riconosciuto ad altri Sindacati rappresentanti di altri lavoratori, prevedendo che ogni atto di conciliazione relativo alla stabilizzazione dei co.co.co. sia preceduto da uno specifico accordo sindacale”.
Resta tuttavia ”irrisolta” la questione relativa alla cessione del diritto di autore. ”La proposta del Ministero del Lavoro, che proponeva di limitare al 40% del reddito il ricorso a tale cessione, è stata cancellata dopo che Fieg e Fnsi, con motivazioni diverse, hanno convenuto di abbandonare la proposta. L’Inpgi – conclude la nota – ha espresso preoccupazione per tale decisione, che se non corretta potrà indirizzare numerose aziende verso contratti stipulati con ricorso alla cessione del diritto di autore per l’intero ammontare del reddito”. (ANSA)