Venerdi’ e sabato si astengono dal lavoro i giornalisti delle agenzie di stampa e dei quotidiani, dei service, siti web, internet e degli uffici stampa, che torneranno a scioperare giovedi’ e venerdi’ della prossima settimana. Poi, venerdi’ 6 e Sabato 7 ottobre lo sciopero riguardera’ i giornalisti delle tv, che sciopereranno ancora il 24 e 25 ottobre. L’astensione dal lavoro dei giornalisti dei periodici e’ programmata invece per impedire l’uscita dei giornali a cavallo tra la fine di settembre e gli inizi di ottobre. Oggi, a sostegno della protesta dei giornalisti e’ intervenuto a sorpresa il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Citando Croce, questa mattina al Quirinale, Napolitano ha detto che ”allo sforzo dei giornalisti deve corrispondere il riconoscimento dei loro diritti, primo tra tutti vedere rinnovato il loro contratto”. Le parti pero’ sono ancora molto lontane. La Fieg, per aprire il negoziato ha chiesto un ‘quadro di riferimento’ diverso da quello attuale. Intanto attende il varo della legge finanziaria, che sembrerebbe non contenere nuovi tagli all’editoria. Inoltre, la rivisitazione della legge Gasparri al punto in cui consente l’allargamento del carico pubblicitario a favore delle tv con le telepromozioni, e’ considerato un elemento che peggiora ancora di piu’ la ripartizione della torta pubblicitaria a scapito della carta stampata. Infine, a causa della cattiva performance dei ‘collaterali’, che stanno manifestando un calo, ‘quella che veniva considerata la ‘terza gamba’ dei ricavi per l’editoria assieme alle vendite e pubblicita’, subisce una ‘battuta d’arresto’. Tutto questo – fanno osservare alla Fieg per voce del vicedirettore Giancarlo Zingone – mentre aumenta il costo del lavoro del 2,5%-3,5% l’anno per il solo effetto degli automatismi”, che – appunto – gli editori vorrebbero togliere. Nella loro piattaforma, gli editori hanno inserito anche una flessibilita’ interna reale’, per consentire di utilizzare parte della forza lavoro esistente anche per le nuove iniziative. Ma a tutto questo, la Fnsi ha risposto con la richiesta dell’annullamento della legge Biagi, con la riduzione dei contratti a termine e con la conferma degli automatismi nel nuovo contratto. ”in questo momento non esistono le condizioni per aprire un proficuo confronto”, osserva ancora Zingone. D’altra parte, il segretario della Fnsi, Paolo Serventi Longhi dice che ”e’ incomprensibile l’atteggiamento della Fieg. Non c’e’ dubbio che da un lato c’e’ il tentativo di delegittimare la Fnsi, e il sistema di protezione e tutela dei giornalisti itlaiani, che si rivela nel rifiuto di dare il via libera alla riforma di previdenza Inpgi, e la delibera relativa alla decontribuzione totale dei contratti a termine dei giornalisti disoccupati”. Questi aspetti pero’ si traducono in un boomerang per gli editori e per il sindacato ”si rischia di mettere in discussione una previdenza che e’ vantaggiosa per le imprese, perche’ i contributi per i giornalisti da parte delle imprese all’Inpgi sono inferiori a quelli versati dalle altre aziende per i lavoratori dell’Inps”, dice ancora Serventi Longhi.
Il governo, da parte sua, ha cercato di avvicinare le parti per un confronto, ma senza successo. Il ministro del Lavoro Cesare Damiano ha infatti convocato per ben due volte separatamente le delegazioni della Fnsi e della Fieg, e li ha invitati a costituire rapidamente un tavolo di trattativa.
Damiano si e’ anche riservato di effettuare una convocazione per un esame della situazione. Si attende ora una conferma della convocazione da parte del ministro che possa sbloccare la situazione.