Giornalisti: il Consiglio dell’Ordine della Lombardia censura Paolo Mieli e Maurizio Belpietro

Vietato pubblicare intercettazioni con particolari sessuali personali e con i nomi delle vallette protette da Sottile


Il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia ha deliberato di sanzionare con la censura i giornalisti professionisti Maurizio Belpietro, direttore responsabile del “Giornale”, e Paolo Mieli (foto), direttore responsabile del “Corriere della Sera”. “La censura, da infliggersi nei casi di abusi o mancanze di grave entità, consiste – dice l’articolo 53 della legge 69/1963 – n el biasimo formale per la trasgressione accertata”. Il Consiglio ha affermato il principio secondo il quale è vietato pubblicare intercettazioni con particolari sessuali e con i nomi delle persone coinvolte in un giro di favori e controfavori. Il provvedimento è «di immediata efficacia in quanto atto di natura amministrativa» (Cass., sez. un. civ., sentenza n. 9288/1994). La sanzione è collegata alla pubblicazione sui due quotidiani delle intercettazioni di Salvo Sottile nel quadro del “Savoiagate”.

Il Consiglio dell’Ordine della Lombardia censura Luigi Bacialli e assolve Belpietro, Farina, Ferrara, Mieli e Sallusti.

Il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia ha deliberato di sanzionare con la censura Luigi Bacialli (già direttore del “Gazzettino” di Venezia) e ha assolto i giornalisti professionisti Maurizio Belpietro (direttore de Il Giornale), Renato Farina (articolista di Libero), Giuliano Ferrara (direttore de Il Foglio), Paolo Mieli (direttore del Corriere della Sera) e Alessandro Sallusti (direttore di Libero). Il “Gazzettino” del 12 maggio ha pubblicato in prima pagina la foto di un bimbo morto, vestito come se fosse vivo, sulla base, questa la versione del giornale, di una richiesta avanzata dalla nonna del bambino (“bambino mai nato”, estratto dal ventre della madre assassinata dal convivente). Quella foto è stata poi ripresa dagli altri giornali. Il Consiglio ritiene che la pubblicazione di quella foto, con il contenuto di dolore e di orrore che si porta dietro, abbia forza tale da turbare e offendere il comune sentimento della morale.

Secondo il Consiglio, va affermato il principio secondo il quale la pubblicazione della foto di Hevan “offende i lettori, ma soprattutto la dignità di quel bambino” e che “la dignità di un cadavere non è nella disponibilità dei familiari”. Luigi Bacialli porta intera la responsabilità della scelta operata. Gli altri direttori e Renato Farina, invece, sviluppando un dibattito sulla foto/notizia, hanno agito nella consapevolezza di esercitare un diritto, quello di informazione e di critica.

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