Alla presenza del presidente del CNOG Lorenzo Del Boca, che presiedeva l’assise, del segretario dell’esecutivo Enzo Iacopino e del presidente della Commissione giuridica Marco Volpati, si è approfondita la disamina della “Bozza di documento di indirizzo per la riforma dell’Ordine” licenziata il 2 luglio scorso e pronta per essere discussa dal plenum del Consiglio nazionale nel prossimo autunno.
Unanime assenso ad un documento che rinnova la ratio della legge istitutiva 63/69, con particolare attenzione all’accesso, alla formazione, ai due elenchi dell’unico albo professionale, alle regole elettorali per le cariche, alla riforma della procedura disciplinare.
Sono inoltre intervenuti alla riunione:
Nicola Marini, Stefano Sieni, Roberto Zalambani, componenti del Comitato Esecutivo;
Elio Donno in rappresentanza della Commissione ricorsi;
Panfilo Monaco, vice presidente Ordine Abruzzo;
Sergio D’Agostino, segretario Ordine Abruzzo;
Oreste Lo Pomo, presidente Ordine Basilicata;
Giuseppe Soluri, presidente Ordine Calabria;
Ottavio Lucarelli, presidente Ordine Campania;
Gerardo Bombonato, presidente Ordine Emilia Romagna;
Elio Pezzi, vice presidente Ordine Emilia Romagna;
Maria Stella Malafronte, vice presidente Ordine Friuli Venezia Giulia;
Bruno Tucci, presidente Ordine Lazio;
Gino Falleri, vice presidente Ordine Lazio;
Dino Frambati, vice presidente Ordine Liguria;
Letizia Gonzales, presidente Ordine Lombardia;
Giannetto Sabbatini Rossetti, presidente Ordine Marche;
Luciano Gambucci vice presidente Ordine Marche;
Antonio Lupo, presidente Ordine Molise;
Sergio Miravalle, presidente Ordine Piemonte;
Ezio Ercole, vice presidente Ordine Piemonte;
Paola Laforgia, presidente Ordine Puglia;
Vito Scisci, vice presidente Ordine Puglia;
Filippo Peretti, presidente Ordine Sardegna;
Franco Nicastro, presidente Ordine Sicilia;
Santo Gallo, vice presidente Ordine Sicilia;
Fabrizio Franchi, presidente Ordine Trentino Alto Adige;
Dante Ciliani, presidente Ordine Umbria;
Gianluca Amadori, presidente Ordine Veneto.
Vasto consenso ha riscosso la proposta di considerare il percorso universitario come unico canale d’accesso alla professione in modo che “prima si diventi giornalisti e “poi” ci si indirizzi all’esercizio della professione.
Corale anche la consapevolezza che l’elefantiasi del Consiglio nazionale deve essere riportata ad una fisiologica riduzione dei consiglieri nazionali: su questo punto però il vice presidente dell’Ordine del Piemonte, il pubblicista Ezio Ercole, ha rilevato che risulterebbe troppo alto il divario ( un consigliere pubblicista ogni 2500 iscritti) fra rappresentanza professionisti/pubblicisti, penalizzando ulteriormente l’attuale squilibrio. Gli ha risposto il consigliere dell’Ordine della Emilia Romagna il professionista Pezzi ribadendo che non accettare questa modifica significherebbe non voler cambiare nulla e conservare il “potere”.
Conclusioni affidate al presidente dell’Ordine che ha ringraziato per il proficuo svolgersi dei lavori invitando i colleghi ad approfondire nelle proprie sedi istituzionali gli argomenti della “Bozza”, con un immediato appuntamento al 12 settembre prossimo.