Sono state approvate le linee guida per la riforma dell’Ordine dei Giornalisti di cui si si discuteva da tempo.
Si tratta di una svolta epocale per una professione al centro di costanti attacchi.
Nel merito, il processo di riforma approvato prevede anzitutto il cambiamento del nome dell’albo, che diventerà “Ordine del Giornalismo”, nonché delle regole per facilitare l’accesso, come l’obbligo del praticantato di diciotto mesi, che scompare ad eccezione del periodo transitorio, riferito alle situazioni essere (la motivazione formale è che che ormai e’ diventato quasi impossibile essere assunti da una testata).
Inoltre, l’esame di idoneità resterà obbligatorio per l’iscrizione, ma si potrà farlo avendo conseguito almeno una laurea di base (cioè triennale) in qualsiasi facoltà europea seguita da una pratica giornalistica all’interno di un corso universitario annuale e un master di giornalismo post laurea riconosciuto dall’Ordine professionale.
La riforma prevede anche il superamento dell’esclusività professionale, sicché, come accade oggi per i pubblicisti, i giornalisti professionisti potranno svolgere anche altre attività purché non in conflitto di interessi con la professione giornalistica.
Ogni Consiglio Regionale, inoltre, dovrà istituire il Registro degli Uffici Stampa pubblici e privati con giornalisti iscritti all’Albo.
Alla fine del processo di riforma vi sarà un Albo Unico, nel quale confluiranno sia i professionisti che i pubblicisti, che dovranno seguire un corso di formazione di sei mesi predisposto dall’Ordine dei Giornalisti con il Miur e le università. In seguito potranno richiedere il passaggio entro 5 anni dalla delibera.
“Oggi più che mai alla tenuta democratica del nostro Paese serve un organismo come l’Ordine dei Giornalisti che certifichi la diffusione di informazione verificata e garantita secondo i principi deontologici”, ha dichiarato a margine della conferenza che ha annunciato la riforma Carlo Verna, Presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti.
“Al centro della riforma ci sono proprio la funzione deontologica dell’Ordine e il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati, insieme con l’accesso alla professione, con la formazione e l’aggiornamento dei giornalisti, consapevoli del ruolo del giornalismo come potere di controllo democratico”.
Le linee guida sono state approvate con 43 voti favorevoli, 5 contrari e 4 astensioni. Sono state inviate via Pec al Dipartimento per l’Editoria della Presidenza del Consiglio e dovranno essere poi discusse e votate in Parlamento per diventare poi legge. (E.G. per NL)