E’ una situazione al limite dell’emergenza democratica, con gli editori sempre più indifferenti nei confronti delle oramai costanti astensioni da parte del sindacato dei giornalisti. La situazione, ai limiti del paradosso, non conosce eguali nella storia recente della democrazia e del nostro Paese. E’ una situazione di stasi che si è resa insostenibile, a fronte del duro, coeso e continuativo atto di protesta da parte della Fnsi, appoggiata da quasi il cento per cento dei giornalisti che operano su tutti i supporti, che non trova riscontri nell’unione degli editori, sempre più trincerata dietro un muro contro muro che pare non poter portare da nessuna parte. L’ultima decisione arriva dopo l’ennesime protesta senza risposta alcuna da parte dei “padroni”, dopo la riuscita dello “sciopero delle firme” e della due giorni di astensione avvenuta il 18 e 19 dicembre scorsi. I giornalisti torneranno ad incrociare le braccia nei giorni 21 (oggi), 22 e 23 dicembre che, in virtù delle susseguenti festività natalizie, provocheranno un black out della stampa della durata di cinque giorni, durante i quali gli edicolanti (altra categoria, indirettamente, colpita dalla protesta) non avranno a disposizione nessun quotidiano da vendere (a parte, come sempre accade, “Libero” e “Il Giornale”). Nel frattempo, per sottolineare ancora una volta la propria disponibilità al dialogo, la Fnsi invita ufficialmente la Fieg a negoziare sul tavolo di confronto proposto dal ministro del Lavoro, Damiano. Ancora una volta, probabilmente, fiato sprecato. (G.C. per NL)