Telefonate notturne, messaggini sul cellulare, e-mail, da una parte all’altra dell’Italia, per avvisare i colleghi di incrociare le braccia la mattina successiva, e dichiararsi in sciopero. Così, con una rete informativa quasi clandestina, che i sindacalisti si sono impegnati a far partire, si è diffusa la voce dello sciopero tra gli addetti ai lavori del settore giornalistico, in pochissime ore, per lo più notturne. E. contro ogni aspettativa, lo sciopero ha avuto un’ottima riuscita, con un’adesione estremamente numerosa di giornalisti impiegati nei quotidiani, nei periodici, persino in televisione e sui web-site. La motivazione, questa volta, risiede nell’assurdo ed arrogante rifiuto dei vertici della Fieg nei confronti della ‘convocazione formale’ da parte del governo a presenziare ad un incontro per discutere della situazione contrattuale dei giornalisti. Situazione delicatissima e parti sempre più distanti, con gli editori che, incuranti dei disagi che il forte numero di scioperi avvenuti negli ultimi mesi ha apportato ai cittadini, continuano a rifiutarsi categoricamente di sedere al tavolo delle trattative. I giornalisti, da par loro, non intendono tirarsi indietro proprio adesso, dopo aver dimostrato una straordinaria compattezza (nessun giornale è uscito oggi nelle edicole, ad eccezione de Il Giornale e di Libero) ed essersi spinti tanto in là con la protesta, come mai era avvenuto in passato. Staremo a vedere l’evolversi della situazione, intanto l’Associazione Stampa Romana parla di “risposta decisa, forte e immediata” dei giornalisti allo sciopero. Se giornalisti, d’appartenenza politica, valori ed ideali così in contrasto tra loro, si ritrovano d’accordo, in modo così compatto, sull’argomento, un motivo ci sarà. (G.C. per NL)