Per carità, non siamo mammolette. Ma la bagarre mediatica che si è scatenata sulla stampa a proposito del “caso” Silvio Berlusconi-Veronica Lario è al limite del buongusto. Su “Libero” del 6 maggio, ad esempio – parliamo di un quotidiano “amico” del Presidente del Consiglio – le pagine dedicate all’evento sono ben 10. Si va dall’editoriale con il titolo “Tutti nel letto di Silvio”, alle dichiarazioni della fanciulla che avrebbe scatenato l’iradiddio; dalle foto tarocche al mal d’amore, scomodando Enrico IV di Francia, Vittorio Emanuele II, Benito Mussolini (poteva mancare il prototipo del politico italiano-amatore?) L’altro giorno, sempre lo stesso quotidiano, aveva pubblicato sulla prima pagina le foto di una giovane Veronica Lario con le “tette al vento” durante una rappresentazione teatrale che la vedeva nel cast. La vicenda è troppo ghiotta per non essere enfatizzata dalla stampa in generale e così un po’ tutti i giornali dedicano paginate intere. Anche la Rete non è voluta essere da meno e il blog Dietnam invita tutti ad inviare fotomontaggi al sito “Brinda con papi”, modificando le ormai note istantanee di Berlusconi alla festa di Noemi. Capiamo tutti che i personaggi pubblici devono subire anche questa esposizione mediatica, comprendiamo che i giornali si devono vendere (in questi tempi di crisi, poi) ma c’è un limite che non è solo quello della privacy, ma del buongusto. Una merce rara, certo, in disuso. Ma non possiamo lamentarci dell’imbarbarimento della società civile, del modo “coatto” che impera un po’ ovunque se anche la stampa ciurla nel manico. Diciamo che la politica d’oggi rispecchia la società italiana? Forse dovremmo dire lo stesso della stampa. (Antonio F. Vinci per NL)