Il Festival Internazionale del Giornalismo è una manifestazione ormai riconosciuta a livello internazionale come luogo di incontro irrinunciabile per la discussione sul giornalismo (tema che questo periodico segue con attenzione) e su questioni cruciali che riguardano da vicino le società contemporanee. E anche la XIII edizione, in programma dal 3 al 7 aprile, come sempre a Perugia, accoglie e ospita speaker – esperti, giornalisti, accademici, attivisti – e pubblico da tutto il mondo.
Oltre 600 speaker e quasi 300 eventi per 5 giorni intensi tra tavole rotonde, presentazioni, keynote speech, workshop, interviste, serate teatrali. Il 49% degli speaker sono donne e l’obiettivo per il 2020 è arrivare almeno al 50%.
Vediamo alcuni tra gli argomenti dell’edizione 2019, che sono suddivisi per categorie: disinformazione, cambiamento climatico, cyber guerra e disinformazione, intelligenza artificiale, ruolo delle tecnologie, crisi umanitarie e migrazioni, giornalismo investigativo, l’importanza della relazione di fiducia con i cittadini, fact-checking, data journalism, engagement, start-up, giornalismo investigativo transnazionale, diversità e inclusione per migliorare la qualità dei contenuti. Poi, i modelli di business (membership, abbonamenti, sostegno pubblico, filantropia) e la libertà dei media sotto attacco.
Ci saranno anche 128 volontari, studenti, aspiranti giornalisti e fotografi, provenienti da 19 diversi Paesi: Argentina, Francia, Germania, Ghana, Grecia, Kenya, India, Italia, Lituania, Malta, Messico, Pakistan, Polonia, Regno Unito, Romania, Russia, Slovenia, Spagna, Tunisia.
All’insegna della trasparenza, il Festival ha fatto saper di aver ricevuto quest’anno una donazione da parte di uno dei più importanti e stimati filantropi americani: Craig Newmark. Main partner istituzionale è invece, come sempre, la Regione Umbria. Main sponsor della tredicesima edizione del Festival sono invece Facebook e Google. Ed ecco gli altri sponsor: Amazon, Coca-Cola, Commissione Europea, Nestlé, Sky, Unipol.
Come sempre gli eventi saranno a ingresso libero e in live streaming. Tutti i contenuti del Festival saranno disponibili anche on-demand sulla piattaforma media.journalismfestival.com e su Youtube.
A titolo di esempio di quello di cui si parlerà a Perugia e per far capire la reale ‘dimensione internazionale’ della manifestazione, vi presentiamo solo alcuni dei tantissimi appuntamenti previsti, nelle rispettive categorie, ricordando che possono essere opportunamente aggiornati sul citato sito del Festival.
Per ‘#ijf19Talk’, ci saranno: Julia Angwin (di The Markup, una redazione non profit indipendente), che è una delle più note giornaliste investigative in campo tecnologico; Matthew Caruana Galizia, giornalista e ingegnere informatico, che ha lavorato per cinque anni presso l’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), mentre nel 2018 ha lasciato l’ICIJ per lavorare sul caso dell’assassinio della madre, Daphne Caruana Galizia, uccisa da un’autobomba a Malta nell’ottobre 2017, come si ricorderà; Maria Ressa, CEO e direttrice esecutiva di Rappler, social news network creato nel 2012 che combina giornalismo professionale con modelli partecipativi e che con i suoi lavori investigativi ha svelato il sistema di corruzione che coinvolge il governo autoritario di Duterte nelle Filippine.
Per ‘Incontro con’ citiamo invece: ‘Che cosa è davvero una guerra: la testimonianza di due grandi fotoreporter’, ovvero Paul Conroy e Nicole Tung; ‘Il potere in Italia da De Gasperi a questi qua’, con Lucia Annunziata, Filippo Ceccarelli e Alessandra Sardoni; ‘#metoo in India: la giornalista che ha fatto dimettere il viceministro degli Esteri’, con Rana Ayyub, Priya Ramani di Mint e Barbara Serra di Al Jazeera English; ‘Belve & Gufi: realtà vs narrazione’, con Oscar Giannino, Carlo Carnevale Mafè, Renato Cifarelli, Mario Seminerio di ‘I conti della Belva’ di Radio 24.
Per ‘Disinformazione’, ecco ‘Prepararsi alla nuova ondata: le video fake news’, con Hazel Baker, global head of UGC newsgathering Reuters, e ‘L’impatto della disinformazione sui diritti umani’, con Alexandre Alaphilippe (EU DisinfoLab), Fanny Hidvegi (Europa Access Now), Mira Milosevic (Global Forum for Media Development) e Carolina Rossini di RightsCon.
Per ‘Media sotto attacco’, tante cose interessanti: ‘Ungheria: i media in una democrazia illiberale’, con Marius Dragomir del Center for Media, Data and Society, Marton Gergely (HVG), Andras Petho (Direkt36), Jonathan Stein (Project Syndicate); ‘Censura e violenza contro i giornalisti in India e Pakistan’, con Gul Bukhari (The Print), Aliya Salahuddin (giornalista freelance) e Taha Siddiqui di Safe Newsrooms; ‘Si può raccontare la verità, coprendo il mondo Arabo?’, con Lina Attalah di Mada Masr, Lina El Wardani di Ahram Online, Alia Malek (giornalista e scrittrice) e Bel Trew di ‘The Independent’; ‘Giornalisti uccisi: le loro inchieste sopravvivono’, con Cecilia Anesi (IRPI), Carlo Bonini, Pavla Holcova (Investiace) e Laurent Richard di Freedom Voices Network.
Per ‘Diversità e inclusione’, segnaliamo ‘#metoo nel Sud del mondo’, con Joyce Barnathan (ICFJ), Mijal Iastrebner di SembraMedia, Mercy Juma (BBC Africa), Priya Ramani di Mint.
Per ‘In redazione’, ecco ‘Come i giornalisti possono gestire il sovraccarico informativo’ con John Crowley, Garrett Goodman (EMEA Wochit), Lucy Kueng (RISJ), Isabelle Roughol di LinkedIn, Zuzanna Ziomecka di NewsMavens.
Per ‘Business model e start-up’ spazio a: ‘Sostegno pubblico per i media’, con Simon Galperin, direttore Community Information Cooperative, Victoria Prest (BBC), Karyn Pugliese di Aboriginal Peoples Television Network e Mike Rispoli di News Voices Project; ‘Quale futuro per il business dell’informazione?’, con Ritu Kapur di Quintillion Media, Rasmus Nielsen (RISJ), Rosan Smits (De Correspondent), Tom Standage (‘The Economist’).
Per ‘Giornalismo e ambiente’, segnaliamo ‘Cambiamento climatico: è arrivato il momento per i giornalisti di essere attivisti?’, con Richard Black di Energy & Climate Intelligence Unit, Emma Howard di Unearthed, James Painter della Reuters e Ingerid Salvesen (freelance).
E ancora: ‘Chi controlla i media in Europa?’ con Rachael Craufurd Smith dell’Università di Edimburgo, Helen Darbishire (Access Info Europe), Mattias Erkkila (Svenska Yle) e Alina Ostling di Global Citizenship Observatory; ‘L’America Latina vista dall’Europa’ con Jon Lee Anderson di ‘The New Yorker’, Irene Caselli e Carola Solé (giornaliste freelance) e Arturo Wallace di BBC Mundo; ‘Le sfide di una società basata sui dati’, con Philip Di Salvo dell’Università della Svizzera Italiana, Stefania Milan dell’Università di Amsterdam, Colin Porlezza (Department of Journalism City University) e Adrienne Russell dell’Università di Washington; ‘Il sogno infranto: dalla carovana migranti ai respingimenti illegali tra Stati Uniti e Messico’, con Fabio Bucciarelli (fotogiornalista), Cosimo Caridi (video maker), Marta Cosentino (Ruptly) e Ane Irazabal (freelance). (M.R. per NL)