Come spesso accade quando occorre spartire il patrimonio di una ricca dinastia, le dispute vanno a finire in Tribunale. Quella che si sta per concludere in Corte d’Appello ad Amburgo è, però, una vicenda giudiziaria capace di sconvolgere gli assetti mondiali del mercato della carta stampata. In aula, gli eredi del più grande impero editoriale d’Europa: il nipote prediletto, Axel Sven, e l’ultima moglie (Friede) di Springer, l’editore che controlla i principali giornali conservatori tedeschi, dalla Bild alla Welt. Alla base del processo d’appello, l’impugnazione del testamento olografo, scritto da Springer nel lontano 1985. Si tratta di un testamento in cui sembra che le ultime volontà del vecchio magnate della carta stampata siano state sapientemente manipolate ad hoc, ma che, comunque, lascia il 50% dell’eredità all’ultima moglie Friede, ed il 25% al nipote prediletto Axel (il restante 25% alla figlia Barbara). La causa ha avuto origine perché, durante l’apertura della successione del nonno, Axel si convinse intimamente che il vecchio Springer avesse cambiato idea sulla distribuzione dei suoi averi, senza però aver avuto il tempo di riscrivere le sue ultime volontà, modificando il testamento. Axel, in quel momento, lo accettò senza riserve, e rinunciò al resto dell’eredità che, pensava, gli sarebbe spettata: era molto giovane, e di certo non aveva un impellente bisogno di soldi. Ora, dopo vent’anni, ci ha ripensato ed è ricorso Tribunale. Se la vedova dovesse perdere, anche solo parzialmente, la causa, si vedrebbe costretta a cedere anche il controllo operativo della casa editrice al nipote. Questa lady di ferro tedesca, alla morte del marito, ha preso in mano le redini dell’impero, è sopravvissuta brillantemente all’era del magnate televisivo Leo Kirch, ad anni di crisi dell’azienda (con l’affare della nota rivista Burda), e n’è diventata azionista di maggioranza. Il nipote prediletto, “Aggi”, invece, ha sempre fatto il semplice giornalista al quotidiano Bild, salvo risvegliarsi, a vent’anni dalla spartizione dei beni del nonno, e pretendere la fetta di testamento che reputa sua. In Appello sono, comunque, emerse nuove prove documentali, a lui molto favorevoli: il nonno, che non poteva più firmare un nuovo testamento, ha poi scritto una cartolina al suo amico Max Schmeling in cui avvalorava la tesi che oggi il nipote sostiene. (Paolo Masneri per NL)