da Franco Abruzzo.it
Londra, 16 luglio 2008. Quando è troppo è troppo. Lo pensa l’Authority sulla privacy britannica che ha estratto il cartellino rosso a proposito del progetto grande fratello allo studio presso il ministero dell’Interno di sua Maestà: un cervellone elettronico in grado di registrare ogni e-mail, sms, pagina internet visitata, acquisto elettronico effettuato, telefonate via cellulare e persino la posizione dell’utente al momento della chiamata. «Qualunque siano i benefici, un progetto del genere non travalicherebbe forse i limiti dell’eccessiva sorveglianza? Non si allontanerebbe troppo dal tradizionale stile di vita britannico?», denuncia Richard Thomas, commissario all’Informazione dell’Authority. Se da un lato il ‘British way of lifè è infatti ossessionato dal diritto alla privacy molto più che in altri paesi del mondo – basti dire che gli inglesi non hanno la carta d’identità e ogni volta che si parla di introdurla si levano grida d’orrore dai quattro angoli del Regno – dall’altro il governo britannico sta cercando in ogni modo di aumentare il suo potere di acquisire informazioni private e sensibili. Tutto in nome della lotta al terrorismo, naturalmente. «Capiamoci: le intercettazioni, quando sono opportunamente autorizzate, sono uno strumento importantissimo per combattere il terrorismo e altri crimini gravissimi», ha precisato Thomas. «Ma la creazione di una database che contenga le comunicazioni internet e telefoniche di tutti noi ha bisogno del più severo dibattito pubblico: sia per quanto riguarda la giustificazione di un tale intervento sia sulle possibili implicazioni». «Vogliamo veramente – ha concluso – che la polizia, i servizi segreti nonchè altri apparati dello stato abbiano sempre più accesso agli aspetti privati della nostra vita?». Thomas, poi, ha anche menzionato i non brillanti precedenti del governo in materia di protezione e conservazione dei dati privati dei cittadini britannici – un caso su tutti: il recente smarrimento dell’intero archivio sui benefit goduti da chi ha figli a carico e contenente le informazioni fiscali di milioni di persone -. Un aspetto della questione immediatamente ripreso dall’opposizione Tory che ha chiesto l’immediata archiviazione del progetto. L’Home Office, il ministero dell’Interno britannico, ha però difeso la bontà del database per mantenersi al passo con le sfide poste dalla tecnologia. I dettagli del piano verranno comunque diffusi verso fine anno nell’ambito del nuovo disegno di legge sulla comunicazione dei dati personali. (ANSA)