Gazzetta Ufficiale N. 300 del 28 Dicembre 2009 – DPR 30 luglio 2009 , n. 189

Regolamento concernente il riconoscimento dei titoli di studio accademici, a norma dell’articolo 5 della legge 11 luglio 2002, n. 148. (09G0197)

 
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
 
Visti gli articoli 33, sesto comma, 87, quinto comma, e 117, sesto
comma, della Costituzione;
Vista la legge 23 agosto 1988, n. 400, e, in particolare,
l’articolo 17, comma 1;
Vista la legge 9 maggio 1989, n. 168, e successive modifiche;
Visto il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, modificato dal
decreto-legge 16 maggio 2008, n. 85, convertito, con modificazioni,
dalla legge 14 luglio 2008, n. 121;
Vista la Convenzione per il riconoscimento dei titoli di studio
relativi all’insegnamento superiore nella Regione europea, fatta in
Lisbona l’11 aprile 1997;
Vista la legge 11 luglio 2002, n. 148, recante ratifica ed
esecuzione della Convenzione sul riconoscimento dei titoli di studio
relativi all’insegnamento superiore nella Regione europea, fatta a
Lisbona l’11 aprile 1997, e norme di adeguamento dell’ordinamento
interno ed, in particolare, l’articolo 5;
Vista la legge 19 ottobre 1999, n. 370, ed, in particolare,
l’articolo 2;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n.
394, ed, in particolare, gli articoli 49 e 50;
Vista la legge 21 dicembre 1999, n. 508;
Visto decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, ed, in
particolare, l’articolo 38;
Visto il parere del Consiglio nazionale dell’alta formazione
artistica e musicale espresso nella seduta del 16 settembre 2003;
Visto il parere del Consiglio universitario nazionale espresso
nella seduta del 25 settembre 2003;
Visto il parere del Consiglio nazionale degli studenti universitari
espresso nella seduta dell’8 ottobre 2003;
Visto il parere della Conferenza dei rettori delle universita’
italiane, cosi’ come attestato dalla nota del 10 ottobre 2003,
protocollo n. 785-03/P/rg;
Visto il parere del Consiglio di Stato espresso dalla sezione
consultiva per gli atti normativi nell’Adunanza del 6 aprile 2009;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri adottata nella
riunione del 24 luglio 2009;
Sulla proposta del Ministro dell’istruzione, dell’universita’
e della ricerca, di concerto con il Ministro per la pubblica
amministrazione e l’innovazione;
 
E m a n a
il seguente regolamento:
 
Art. 1
 
Definizioni e ambito di applicazione
 
1. Ai sensi del presente decreto si intendono:
a) per «Ministero»: il Ministero dell’istruzione,
dell’universita’ e della ricerca;
b) per «istituti di istruzione superiore»: gli istituti di
istruzione superiore dei Paesi aderenti alla Unione europea e allo
Spazio economico europeo, nonche’ della Confederazione svizzera,
statali o riconosciuti dallo Stato o accreditati nello Stato di
origine, abilitati al rilascio di titoli di studio;
c) per «istituti di istruzione superiore stranieri»: gli istituti
di istruzione superiore dei Paesi diversi da quelli di cui alla
lettera b), statali o riconosciuti dallo Stato o accreditati nello
Stato di origine, abilitati al rilascio di titoli di studio e di
documentata rilevanza scientifica sul piano internazionale.
2. Il presente decreto si applica ai titoli di studio accademici
rilasciati dagli istituti di istruzione superiore e dagli istituti di
istruzione superiore stranieri dei Paesi aderenti alla «Convenzione
per il riconoscimento dei titoli di studio relativi all’insegnamento
superiore fatta in Lisbona l’11 aprile 1997», di seguito denominati:
«titoli di studio».
3. Le procedure disciplinate dal presente decreto sono finalizzate
al riconoscimento dei titoli di studio per finalita’ diverse da
quelle accademiche di cui all’articolo 2 della legge 11 luglio 2002,
n. 148, e da quelle, relative al riconoscimento professionale,
previste dalla normativa comunitaria, nonche’ dagli articoli 49 e 50
del decreto Presidente della Repubblica 19 agosto 1999, n. 394.
 
 
Avvertenza:
Il testo delle note qui pubblicato e’ stato redatto
dall’amministrazione competente per materia, ai sensi
dell’art. 10, comma 3, del testo unico delle disposizioni
sulla promulgazione delle leggi, sull’emanazione dei
decreti del Presidente della Repubblica e sulle
pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana,
approvato con decreto del Presidente della Repubblica 28
dicembre 1985, n. 1092, al solo fine di facilitare la
lettura delle disposizioni di legge alle quali e’ operato
il rinvio. Restano invariati il valore e l’efficacia degli
atti legislativi qui trascritti.
Note alle premesse:
– L’art. 33, sesto comma, della Costituzione stabilisce
che le istituzioni di alta cultura, universita’ ed
accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi
nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.
– L’art. 87, quinto comma, della Costituzione
stabilisce che il Presidente della Repubblica promulga le
leggi ed emana i decreti aventi valore di legge e i
regolamenti.
– L’art. 117, sesto comma, della Costituzione
stabilisce che la potesta’ regolamentare spetta allo Stato
nelle materie di legislazione esclusiva, salva delega alle
Regioni. La potesta’ regolamentare spetta alle Regioni in
ogni altra materia. I Comuni, le Province e le Citta’
metropolitane hanno potesta’ regolamentare in ordine alla
disciplina dell’organizzazione e dello svolgimento delle
funzioni loro attribuite.
– Si riporta il testo dell’art. 17, comma 1, della
legge 23 agosto 1988, n. 400 (Disciplina dell’attivita’ di
Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei
Ministri):
«Art. 17 (Regolamenti). – 1. Con decreto del Presidente
della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei
Ministri, sentito il parere del Consiglio di Stato che deve
pronunziarsi entro novanta giorni dalla richiesta, possono
essere emanati regolamenti per disciplinare:
a) l’esecuzione delle leggi e dei decreti
legislativi, nonche’ dei regolamenti comunitari;
b) l’attuazione e l’integrazione delle leggi e dei
decreti legislativi recanti norme di principio, esclusi
quelli relativi a materie riservate alla competenza
regionale;
c) le materie in cui manchi la disciplina da parte di
leggi o di atti aventi forza di legge, sempre che non si
tratti di materie comunque riservate alla legge;
d) l’organizzazione ed il funzionamento delle
amministrazioni pubbliche secondo le disposizioni dettate
dalla legge;
e) (abrogata).».
– La legge 9 maggio 1989, n. 168 recante. «Istituzione
del Ministero dell’universita’ e della ricerca scientifica
e tecnologica», e’ pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 11
maggio 1989, n. 108, supplemento ordinario.
– Il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300:
«Riforma dell’organizzazione del Governo, a norma dell’art.
11 della legge 15 marzo 1997, n. 59», modificato dal
decreto-legge 16 maggio 2008, n. 85, convertito, con
modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 121, e’
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 30 agosto 1999, n. 203,
S.O.
– La Convenzione per il riconoscimento dei titoli di
studio relativi all’insegnamento superiore della Regione
europea, fatta a Lisbona l’11 aprile 1997, e’ allegata alla
legge 11 luglio 2002, n. 148: «Ratifica ed esecuzione della
Convenzione sul riconoscimento dei titoli di studio
relativi all’insegnamento superiore nella Regione europea,
fatta a Lisbona l’11 aprile 1997, e norme di adeguamento
dell’ordinamento interno», pubblicata nella Gazzetta
Ufficiale 25 luglio 2002, n. 173, supplemento ordinario.
– Il testo dell’art. 5 della su indicata legge e’ il
seguente:
«Art. 5. – 1. Il riconoscimento dei titoli accademici
per finalita’ diverse da quelle indicate nell’art. 2, e’
operato da amministrazioni dello Stato, nel rispetto delle
disposizioni vigenti in materia di riconoscimento ai fini
professionali e di accesso ai pubblici impieghi, secondo
procedure da stabilire con successivo regolamento di
esecuzione.».
– Si riporta il testo dell’art. 2 della legge 19
ottobre 1999, n. 370, recante: «Disposizioni in materia di
universita’ e di ricerca scientifica e tecnologica».
«Art. 2 (Comitato nazionale per la valutazione del
sistema universitario). – 1. E’ istituito il Comitato
nazionale per la valutazione del sistema universitario,
costituito da nove membri, anche stranieri, di comprovata
qualificazione ed esperienza nel campo della valutazione,
scelti in una pluralita’ di settori metodologici e
disciplinari, anche in ambito non accademico e nominati con
decreto del Ministro dell’universita’ e della ricerca
scientifica e tecnologica, previo parere delle competenti
Commissioni parlamentari. Con distinto decreto dello stesso
Ministro, previo parere delle competenti Commissioni
parlamentari, sono disciplinati il funzionamento del
Comitato e la durata in carica dei suoi componenti secondo
principi di autonomia operativa e di pubblicita’ degli
atti. Il Comitato:
a) fissa i criteri generali per la valutazione delle
attivita’ delle universita’ previa consultazione della
Conferenza dei rettori delle universita’ italiane (CRUI),
del Consiglio universitario nazionale (CUN) e del Consiglio
nazionale degli studenti universitari (CNSU), ove
costituito;
b) promuove la sperimentazione, l’applicazione e la
diffusione di metodologie e pratiche di valutazione;
c) determina ogni triennio la natura delle
informazioni e i dati che i nuclei di valutazione degli
atenei sono tenuti a comunicare annualmente;
d) predispone ed attua, sulla base delle relazioni
dei nuclei di valutazione degli atenei e delle altre
informazioni acquisite, un programma annuale di valutazioni
esterne delle universita’ o di singole strutture
didattiche, approvato dal Ministro dell’universita’ e della
ricerca scientifica e tecnologica, con particolare
riferimento alla qualita’ delle attivita’ universitarie,
sulla base di standard riconosciuti a livello
internazionale, nonche’ della raccomandazione 98/561/CE del
Consiglio, del 24 settembre 1998, sulla cooperazione in
materia di garanzia della qualita’ nell’istruzione
superiore;
e) predispone annualmente una relazione sulle
attivita’ di valutazione svolte;
f) svolge i compiti assegnati dalla normativa
vigente, alla data di entrata in vigore della presente
legge, all’Osservatorio per la valutazione del sistema
universitario di cui al decreto del Ministro
dell’universita’ e della ricerca scientifica e tecnologica
5 maggio 1999, n. 229;
g) svolge, su richiesta del Ministro dell’universita’
e della ricerca scientifica e tecnologica, ulteriori
attivita’ consultive, istruttorie, di valutazione, di
definizione di standard, di parametri e di normativa
tecnica, anche in relazione alle distinte attivita’ delle
universita’, nonche’ ai progetti e alle proposte presentati
dalle medesime.
2. A decorrere dall’anno 2000 il Ministro
dell’universita’ e della ricerca scientifica e tecnologica,
sentiti il CUN, il CNSU e la CRUI, riserva, con proprio
decreto, unitamente alla quota di riequilibrio di cui
all’art. 5, commi 3 e 8, della legge 24 dicembre 1993, n.
537, e successive modificazioni, un’ulteriore quota del
fondo per il finanziamento ordinario delle universita’ per
l’attribuzione agli atenei di appositi incentivi, sulla
base di obiettivi predeterminati ed in relazione agli esiti
dell’attivita’ di valutazione di cui all’art. 1 e al
presente articolo.
3. Alla data di insediamento del Comitato nazionale per
la valutazione del sistema universitario e’ soppresso
l’Osservatorio per la valutazione del sistema
universitario. Al Comitato nazionale per la valutazione del
sistema universitario si applicano le disposizioni di cui
all’art. 1, comma 88, della legge 23 dicembre 1996, n. 662;
la relativa autorizzazione di spesa, da intendere riferita
alle attivita’ del Comitato, e’ integrata di lire 2
miliardi a decorrere dal 1° gennaio 1999.
4. Alla data di cui al comma 3, primo periodo, sono
abrogati il secondo e il terzo periodo del comma 23
dell’art. 5 della legge 24 dicembre 1993, n. 537.».
– Si riporta il testo degli articoli 49 e 50 del
decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n
394: «Regolamento recante norme di attuazione del testo
unico delle disposizioni concernenti la disciplina
dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero,
a norma dell’art. 1, comma 6, del decreto legislativo 25
luglio 1998, n. 286»:
«Art. 49 (Riconoscimento titoli abilitanti
all’esercizio delle professioni). – 1. I cittadini
stranieri, regolarmente soggiornanti in Italia che
intendono iscriversi agli ordini, collegi ed elenchi
speciali istituiti presso le amministrazioni competenti,
nell’ambito delle quote definite a norma dell’art. 3, comma
4, del testo unico e del presente regolamento, se in
possesso di un titolo abilitante all’esercizio di una
professione, conseguito in un Paese non appartenente
all’Unione europea, possono richiederne il riconoscimento
ai fini dell’esercizio in Italia, come lavoratori autonomi
o dipendenti, delle professioni corrispondenti.
1-bis. Il riconoscimento del titolo puo’ essere
richiesto anche dagli stranieri non soggiornanti in Italia.
Le amministrazioni interessate, ricevuta la domanda,
provvedono a quanto di loro competenza. L’ingresso in
Italia per lavoro, sia autonomo che subordinato, nel campo
delle professioni sanitarie e’, comunque, condizionato al
riconoscimento del titolo di studio effettuato dal
Ministero competente.
2. Per le procedure di riconoscimento dei titoli di cui
al comma 1 si applicano le disposizioni del decreto
legislativo 27 gennaio 1992, n. 115, e decreto legislativo
2 maggio 1994, n. 319, compatibilmente con la natura, la
composizione e la durata della formazione professionale
conseguita.
3. Ove ricorrano le condizioni previste dai decreti
legislativi di cui al comma 2, per l’applicazione delle
misure compensative, il Ministro competente, cui e’
presentata la domanda di riconoscimento, sentite le
conferenze dei servizi di cui all’art. 12 del decreto
legislativo n. 115 del 1992 e all’art. 14 del decreto
legislativo n. 319 del 1994, puo’ stabilire, con proprio
decreto, che il riconoscimento sia subordinato ad una
misura compensativa, consistente nel superamento di una
prova attitudinale o di un tirocinio di adattamento. Con il
medesimo decreto sono definite le modalita’ di svolgimento
della predetta misura compensativa, nonche’ i contenuti
della formazione e le sedi presso le quali la stessa deve
essere acquisita, per la cui realizzazione ci si puo’
avvalere delle regioni e delle province autonome.
3-bis. Nel caso in cui il riconoscimento e’ subordinato
al superamento di una misura compensativa ed il richiedente
si trova all’estero, viene rilasciato un visto d’ingresso
per studio, per il periodo necessario all’espletamento
della suddetta misura compensativa.
4. Le disposizioni dei commi 2 e 3 si applicano anche
ai fini del riconoscimento di titoli rilasciati da Paesi
terzi, abilitanti all’esercizio di professioni regolate da
specifiche direttive della Unione europea.».
«Art. 50 (Disposizioni particolari per gli esercenti le
professioni sanitarie). – 1. Presso il Ministero della
sanita’ sono istituiti elenchi speciali per gli esercenti
le professioni sanitarie sprovviste di ordine o collegio
professionale.
2. Per l’iscrizione e la cancellazione dagli elenchi
speciali si osservano per quanto compatibili le
disposizioni contenute nel Capo I del decreto del
Presidente della Repubblica 5 aprile 1950, n. 221, e
successive modificazioni ed integrazioni.
3. Il Ministro della sanita’ pubblica annualmente gli
elenchi speciali di cui al comma 1 nonche’ gli elenchi
degli stranieri che hanno ottenuto il riconoscimento dei
titoli abilitanti all’esercizio di una professione
sanitaria.
4. L’iscrizione negli albi professionali e quella negli
elenchi speciali di cui al comma 1 sono disposte previo
accertamento della conoscenza della lingua italiana e delle
speciali disposizioni che regolano l’esercizio
professionale in Italia, con modalita’ stabilite dal
Ministero della sanita’. All’accertamento provvedono, prima
dell’iscrizione, gli ordini e collegi professionali e il
Ministero della sanita’, con oneri a carico degli
interessati.
5. (Soppresso).
6. (Comma non ammesso al «Visto» della Corte dei
conti).
7. Con le procedure di cui ai commi 2 e 3 dell’art. 49,
il Ministero della Sanita’ provvede altresi’, ai fini
dell’ammissione agli impieghi e dello svolgimento di
attivita’ sanitarie nell’ambito del Servizio sanitario
nazionale, al riconoscimento dei titoli accademici, di
studio e di formazione professionale, complementari di
titoli abilitanti all’esercizio di una professione o arte
sanitaria, conseguiti in un Paese non appartenente
all’Unione europea.
8. La dichiarazione di equipollenza dei titoli
accademici nelle discipline sanitarie, conseguiti
all’estero, nonche’ l’ammissione ai corrispondenti esami di
diploma, di laurea o di abilitazione, con dispensa totale o
parziale degli esami di profitto, non danno titolo
all’esercizio delle relative professioni. A tale fine, deve
essere acquisito il preventivo parere del Ministero della
salute; il parere negativo non consente l’iscrizione agli
albi professionali o agli elenchi speciali per l’esercizio
delle relative professioni sul territorio nazionale e dei
Paesi dell’Unione europea.
8-bis. Entro due anni dalla data di rilascio del
decreto di riconoscimento, il professionista deve
iscriversi al relativo albo professionale, ove esistente.
Trascorso tale termine, il decreto di riconoscimento perde
efficacia. Per le professioni non costituite in ordini o in
collegi, il decreto di riconoscimento perde efficacia,
qualora l’interessato non lo abbia utilizzato, a fini
lavorativi, per un periodo di due anni dalla data del
rilascio.».
– La legge 21 dicembre 1999, n. 508, recante: «Riforma
delle Accademie di belle arti, dell’Accademia nazionale di
danza, dell’Accademia nazionale di arte drammatica, degli
Istituti superiori per le industrie artistiche, dei
Conservatori di musica e degli Istituti musicali
pareggiati»,e’ pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 4
gennaio 2000, n. 2.
– Si riporta il testo dell’art. 38 del decreto
legislativo 30 marzo 2001, n. 165, recante: «Norme generali
sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle
amministrazioni pubbliche».
«Art. 38 (Accesso dei cittadini degli Stati membri
della Unione europea). – 1. I cittadini degli Stati membri
dell’Unione europea possono accedere ai posti di lavoro
presso le amministrazioni pubbliche che non implicano
esercizio diretto o indiretto di pubblici poteri, ovvero
non attengono alla tutela dell’interesse nazionale.
2. Con decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri, ai sensi dell’art. 17 della legge 23 agosto 1988,
n. 400, e successive modificazioni ed integrazioni, sono
individuati i posti e le funzioni per i quali non puo’
prescindersi dal possesso della cittadinanza italiana,
nonche’ i requisiti indispensabili all’accesso dei
cittadini di cui al comma 1.
3. Nei casi in cui non sia intervenuta una disciplina
di livello comunitario, all’equiparazione dei titoli di
studio e professionali si provvede con decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri, adottato su proposta
dei Ministri competenti. Con eguale procedura si stabilisce
l’equivalenza tra i titoli accademici e di servizio
rilevanti ai fini dell’ammissione al concorso e della
nomina.».
– Il testo dell’art. 2 della citata legge 11 luglio
2002, n. 148, e’ il seguente:
«Art. 2. – 1. La competenza per il riconoscimento dei
cicli e dei periodi di studio svolti all’estero e dei
titoli di studio stranieri, ai fini dell’accesso
all’istruzione superiore, del proseguimento degli studi
universitari e del conseguimento dei titoli universitari
italiani, e’ attribuita alle Universita’ ed agli Istituti
di istruzione universitaria, che la esercitano nell’ambito
della loro autonomia e in conformita’ ai rispettivi
ordinamenti, fatti salvi gli accordi bilatelari in
materia.».
– Per i riferimenti al decreto del Presidente della
Repubblica n. 394 del 1999 si vedano le note alle
premesse.
 
Art. 2
 
Riconoscimento dei titoli di studio stranieri
per l’accesso ai pubblici concorsi
 
1. Per il riconoscimento dei titoli di studio conseguiti negli
istituti di istruzione superiore stranieri, ai fini dell’accesso ai
pubblici concorsi, si applicano le procedure previste dall’articolo
38, comma 3, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, fermi
restando i requisiti soggettivi previsti dalle norme vigenti in
materia di accesso al pubblico impiego.
2. Per i fini di cui al comma 1, gli interessati inviano la domanda
al Ministero e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri –
Dipartimento della funzione pubblica corredata dei seguenti
documenti:
a) titolo di studio estero, tradotto e legalizzato;
b) certificato analitico degli esami sostenuti, rilasciato
dall’istituto ove e’ stato conseguito il titolo di studio e tradotto;
c) dichiarazione di valore in loco della Rappresentanza
diplomatico-consolare italiana competente per territorio nello Stato
al cui ordinamento si riferisce il titolo di studio, che specifichi
durata del corso, valore del titolo di studio e natura giuridica
dell’istituto che lo ha rilasciato nell’ambito del predetto
ordinamento;
d) bando del concorso cui si intende partecipare con evidenziati
i requisiti previsti per l’accesso.
 
 
– Per il testo dell’art. 38 del decreto legislativo n.
163 del 2001 si vedano le note alle premesse.
 
Art. 3
 
Riconoscimento dei titoli di studio
da parte del Ministero
 
1. Sono di competenza del Ministero le valutazioni concernenti il
riconoscimento:
a) dei titoli di studio, ai fini dell’attribuzione di punteggio
per la definizione della graduatoria definitiva in caso di pubblici
concorsi, nonche’ ai fini della progressione in carriera, su
richiesta dell’amministrazione interessata;
b) dei titoli di studio e dei relativi curricula studiorum ai
fini previdenziali;
c) dei titoli di studio, ai fini dell’iscrizione ai Centri per
l’impiego, ferma restando la procedura di cui all’articolo 38 del
decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, per l’accesso agli
impieghi presso le pubbliche amministrazioni;
d) dei titoli di studio, conseguiti negli istituti di istruzione
superiore, ai fini dell’accesso al praticantato o al tirocinio
successivi al conseguimento della laurea e della laurea specialistica
o magistrale, sentiti il Consiglio universitario nazionale e il
Consiglio o Collegio nazionale della relativa categoria
professionale, se esistente.
2. Le amministrazioni interessate per il riconoscimento di titoli
di studio per le finalita’ di cui al comma 1 inviano al Ministero
l’istanza degli interessati corredata dei seguenti documenti:
a) ove il titolo di studio sia stato rilasciato da un istituto di
istruzione superiore straniero:
1) titolo di studio, tradotto e legalizzato;
2) certificato analitico degli esami sostenuti, rilasciato
dall’istituto ove e’ stato conseguito il titolo di studio e tradotto;
3) dichiarazione di valore in loco della Rappresentanza
diplomatico-consolare italiana competente per territorio nello Stato
al cui ordinamento si riferisce il titolo di studio, che specifichi
durata del corso, valore del titolo di studio e natura giuridica
dell’istituto che lo ha rilasciato nell’ambito del predetto
ordinamento;
4) documentazione comprovante la finalita’ per la quale e’
richiesto il riconoscimento del titolo di studio;
b) ove il titolo di studio sia stato rilasciato da un istituto di
istruzione superiore:
1) titolo di studio tradotto;
2) certificato analitico degli esami sostenuti, rilasciato
dall’Istituto ove e’ stato conseguito il titolo di studio e tradotto;
3) documentazione comprovante la finalita’ per la quale e’
richiesto il riconoscimento del titolo di studio.
3. Il provvedimento conclusivo e’ adottato dal Ministero entro
novanta giorni dal ricevimento dell’istanza. Il provvedimento di
riconoscimento e quello di diniego sono comunicati all’interessato e
all’amministrazione interessata.
4. Il riconoscimento di titoli di studio, ai fini della
registrazione del contratto da parte della Direzione generale per la
cooperazione allo sviluppo del Ministero degli affari esteri, per
l’attribuzione della qualifica di volontario o cooperante, ai sensi
degli articoli 31 e 32 della legge 26 febbraio 1987, n. 49, e’ di
competenza del Ministero, previa istanza dell’interessato. Entro
novanta giorni dal ricevimento dell’istanza, previo accertamento
della corrispondenza della documentazione prodotta ai requisiti di
cui al comma 2, lettere a) o b), il Ministero adotta il provvedimento
di riconoscimento. Tale provvedimento e’ pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale della Repubblica italiana. Il provvedimento di diniego di
riconoscimento e’ notificato all’interessato e all’amministrazione
interessata.
 
 
– Per il testo dell’art. 38 del decreto legislativo n.
165 del 2001 si vedano le note alle premesse.
– Si riporta il testo degli articoli 31 e 32
della legge 26 febbraio 1987, n. 49, recante: «Nuova
disciplina della cooperazione dell’Italia con i Paesi in
via di sviluppo».
«Art. 31 (Volontari in servizio civile). -1. Agli
effetti della presente legge sono considerati volontari in
servizio civile i cittadini italiani maggiorenni che, in
possesso delle conoscenze tecniche e delle qualita’
personali necessarie per rispondere alle esigenze dei Paesi
interessati, nonche’ di adeguata formazione e di idoneita’
psicofisica, prescindendo da fini di lucro e nella ricerca
prioritaria dei valori di solidarieta’ e della cooperazione
internazionale, abbiano stipulato un contratto di
cooperazione della durata di almeno due anni registrato ai
sensi del comma 5, con il quale si siano impegnati a
svolgere attivita’ di lavoro autonomo di cooperazione nei
Paesi in via di sviluppo nell’ambito di programmi previsti
dall’art. 29.
2. Il contratto di cooperazione deve prevedere il
programma di cooperazione nel quale si inserisce
l’attivita’ di volontariato e il trattamento economico. I
contenuti di tale contratto sono definiti dal comitato
direzionale sentito il parere della Commissione per le
organizzazioni non governative. I volontari in servizio
civile con contratto di cooperazione registrato presso la
Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo,
esclusi quelli in aspettativa ai sensi dell’art. 33, comma
1, lettera a), sono iscritti a loro cura alle assicurazioni
per invalidita’, vecchiaia e superstiti dei lavoratori
dipendenti, nonche’ all’assicurazione per le malattie,
limitatamente alle prestazioni sanitarie, ferma rimanendo
la natura autonoma del rapporto e l’inesistenza di obblighi
contributivi a carico diretto dei volontari. Termini e
modalita’ del versamento dei contributi saranno definiti
dal regolamento di esecuzione della presente legge, anche
in deroga alle disposizioni previste in materia per le
predette assicurazioni.
2-bis. I contributi previdenziali e assistenziali di
cui al comma 2, gli importi dei quali sono commisurati ai
compensi convenzionali determinati con apposito decreto
interministeriale, sono posti integralmente a carico della
Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo la
quale provvede direttamente all’accredito dei contributi
presso il fondo pensioni dei lavoratori dipendenti. I
volontari ed i loro familiari a carico sono anche
assicurati contro i rischi di infortuni, morte e malattia
con polizza a loro favore. La Direzione generale per la
cooperazione allo sviluppo provvede al pagamento dei premi
per massimali che sono determinati con delibera del
comitato direzionale su proposta della Commissione per le
organizzazioni non governative. Per i volontari in
aspettativa ai sensi dell’art. 33, comma 1, lettera a), il
trattamento previdenziale ed assistenziale rimane a carico
delle amministrazioni di appartenenza per la parte di loro
competenza, mentre la parte a carico del lavoratore e’
rimborsata dalla Direzione generale per la cooperazione
allo sviluppo alle stesse amministrazioni.
3. Il Comitato direzionale, sentito il parere della
Commissione per le organizzazioni non governative,
stabilisce ed aggiorna annualmente i criteri di congruita’
per il trattamento economico di cui al comma 2, tenendo
conto anche del caso di volontari con precedente esperienza
che siano chiamati a svolgere funzioni di rilevante
responsabilita’.
4. E’ parte integrante del contratto di cooperazione un
periodo all’inizio del servizio, non superiore a tre mesi,
da destinarsi alla formazione.
5. La qualifica di volontario in servizio civile e’
attribuita con la registrazione del contratto di cui al
comma 1, presso la Direzione generale per la cooperazione
allo sviluppo. A tal fine la Direzione generale deve
verificare la conformita’ del contratto con quanto previsto
ai commi 2 e 3, nonche’ la sussistenza dei requisiti di cui
al comma 1.
6. Copia del contratto registrato e’ trasmessa dalla
Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo alla
rappresentanza italiana competente per territorio ai fini
previsti dall’art. 34.».
«Art. 32 (Cooperanti delle organizzazioni non
governative). -1. Le organizzazioni non governative idonee
possono inoltre impiegare nell’ambito dei programmi
riconosciuti conformi alle finalita’ della presente legge,
ove previsto nei programmi stessi, con oneri a carico dei
pertinenti capitoli all’apposita rubrica di cui all’art.
14, comma 1, lettera a), cittadini italiani maggiorenni in
possesso delle conoscenze tecniche, dell’esperienza
professionale e delle qualita’ personali necessarie, che si
siano impegnati a svolgere attivita’ di lavoro autonomo nei
Paesi in via di sviluppo con un contratto di cooperazione,
di durata inferiore a due anni, per l’espletamento di
compiti di rilevante responsabilita’ tecnica gestionale e
organizzativa. Il contratto di cui sopra deve essere
conforme ai contenuti che verranno definiti dal Comitato
direzionale, sentito il parere della Commissione di cui
all’art. 8, comma 10.
2. La Direzione generale per la cooperazione allo
sviluppo, verificata tale conformita’ nonche’ la congruita’
con il programma di cooperazione, registra il contratto
attribuendo in tal modo la qualifica di cooperante ai sensi
della presente legge. I cooperanti dipendenti dallo Stato o
da enti pubblici hanno diritto al collocamento in
aspettativa senza assegni per la durata del contratto di
cooperazione.
2-bis. I cooperanti in servizio con contratto di
cooperazione registrato presso la Direzione generale per la
cooperazione allo sviluppo possono iscriversi a loro cura
alle assicurazioni per invalidita’, vecchiaia e superstiti
dei lavoratori dipendenti, nonche’ all’assicurazione per le
malattie, limitatamente alle prestazioni sanitarie, ferma
rimanendo la natura autonoma del rapporto e l’inesistenza
di obblighi contributivi a carico diretto dei cooperanti.
Termini e modalita’ del versamento dei contributi saranno
definiti dal regolamento di esecuzione della presente
legge, anche in deroga alle disposizioni previste in
materia per le predette assicurazioni. I contributi sono
commisurati ai compensi convenzionali da determinarsi con
apposito decreto interministeriale.
2-ter. I contributi previdenziali e assistenziali per i
cooperanti che si iscrivono alle assicurazioni di cui al
comma 2-bis sono posti integralmente a carico della
Direzione generale per la cooperazione e lo sviluppo. I
cooperanti ed i loro familiari a carico sono anche
assicurati contro i rischi di infortuni, morte e malattia
con polizza a loro favore. La Direzione generale per la
cooperazione allo sviluppo provvede al pagamento dei premi
per massimali che sono determinati con delibera del
comitato direzionale su proposta della Commissione per le
organizzazioni non governative.
2-quater. I cooperanti hanno diritto al riconoscimento
del servizio prestato nei Paesi in via di sviluppo ai sensi
dell’art. 20.
3. Copia del contratto registrato e’ trasmessa dalla
Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo alla
rappresentanza italiana competente per territorio ai fini
previsti dall’art. 34.».
 
Art. 4
 
Riconoscimento dei titoli di studio
da parte di altre amministrazioni
 
1. Ai fini del riconoscimento dei titoli di studio per le finalita’
di cui ai commi 2, 3 e 4, le amministrazioni interessate trasmettono
la documentazione di cui all’articolo 3, comma 2, lettere a) o b), al
Ministero. Entro sessanta giorni dal ricevimento delle istanze, il
Ministero trasmette il proprio motivato parere alle amministrazioni
competenti, le quali adottano il provvedimento di riconoscimento. Il
provvedimento e’ comunicato all’interessato e al Ministero.
2. La valutazione dei titoli di studio, ai fini della
partecipazione a selezioni per l’assegnazione di borse di studio e
altri benefici, conseguenti al possesso di tali titoli, erogati o
riconosciuti dalle pubbliche amministrazioni, e’ di competenza
dell’amministrazione interessata, acquisito il parere del Ministero.
3. La valutazione dei titoli di studio accessori, ai fini
dell’attribuzione del punteggio aggiuntivo nelle procedure
concorsuali per titoli ed esami, indette dal Ministero degli affari
esteri, e’ di competenza di quest’ultima amministrazione, che puo’
richiedere il parere del Ministero relativamente all’idoneita’ del
titolo di studio.
4. La valutazione dei titoli di studio, ai fini della
partecipazione alle selezioni gestite dal Ministero degli affari
esteri per l’accesso a borse di studio e ad altri benefici previsti
da organizzazioni ed enti internazionali, e’ di competenza del
Ministero degli affari esteri, che puo’ richiedere il parere del
Ministero.
 
Art. 5
 
Istanza di riesame
 
1. Avverso i provvedimenti di diniego di cui agli articoli 3 e 4
l’interessato o l’amministrazione interessata possono presentare
istanza di riesame, producendo ulteriore documentazione, entro trenta
giorni dalla notifica.
 
Art. 6
 
Norme finali
 
1. Le procedure disciplinate dal presente decreto si applicano
ferme restando le disposizioni relative all’ammissione con riserva in
materia di pubblici concorsi.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sara’ inserito
nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica
italiana. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo
osservare.
Dato a Roma, addi’ 30 luglio 2009
 
NAPOLITANO
 
 
Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri
 
Gelmini, Ministro dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca
 
Brunetta, Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione
 
Visto, il Guardasigilli: Alfano
 
Registrato alla Corte dei conti il 9 dicembre 2009
Ufficio di controllo preventivo sui Ministeri dei servizi alla
persona e dei beni culturali, registro n. 7, foglio n. 76
 
 

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