La giustizia amministrativa dovrà rafforzare le misure di sicurezza a protezione dei dati giudiziari. In particolare, dovrà garantire comunicazioni telematiche provenienti dall’esterno criptate e accessi alla rete interna sempre tracciati.
Lo ha stabilito il Garante privacy al termine del recente ciclo di verifiche svolte in collaborazione con il Consiglio di Stato e il Tar del Lazio dalle quali, pur in un quadro confortante di rispetto delle regole, sono emerse alcune criticità. Gli organi della giustizia amministrativa avranno al massimo dodici mesi di tempo per adottare tutte le prescrizioni dettate dal Garante per proteggere con maggiore cura i fascicoli processuali e "blindare" gli accessi informatici che provengono dall’esterno – la cd. "scrivania del magistrato" – alla rete informatica interna. Particolare attenzione è stata infatti posta alla messa in sicurezza del Nuovo sistema informativo della giustizia amministrativa (Nsiga) che gestisce i documenti e i processi lavorativi dell’intero sistema, costituito dal Consiglio di Stato e dai 29 Tribunali amministrativi regionali. A completamento delle misure di sicurezza già adottate, la Giustizia amministrativa dovrà garantire che per le comunicazioni gestite da Nsiga fra le sedi del sistema giudiziario amministrativo e per gli accessi dei magistrati a Nsiga da postazioni esterne agli uffici, sia adottato un protocollo che cifri i dati in transito. E dovranno essere tracciate tutte le operazioni compiute sul Nsiga da magistrati e personale amministrativo, compresi gli accessi in sola lettura. Misura, questa, adottata finora solo per le operazioni di scrittura. La Giustizia amministrativa dovrà adottare, inoltre, delle policy che specifichino agli utenti di non utilizzare password banali per accedere al Nsiga (ad es. quelle contenenti il nome stesso dell’utente). L’accesso alla sala server e alla sala dove sono collocati i gruppi di continuità dovrà essere registrato (tramite log) e consentito solo con badge nominativi. Questi locali, inoltre, dovranno essere costantemente monitorati, eventualmente anche attraverso un impianto di videosorveglianza interno.