Lungo la penisola italica e in particolare sulla dorsale adriatica, scorrono fiumi di sudori freddi dopo l’annuncio dell’Agcom dell’espunzione dal Piano di assegnazione delle frequenze DTT di 74 canali incompatibili in tutto in parte con emissioni estere.
Canali che dovranno essere sfollati – pena l’intervento repressivo della Polizia delle comunicazioni – entro dicembre di quest’anno, a fronte di 20 mln di indennizzo, ritenuti, dalle associazioni di categoria delle tv locali, un monte miserabile, posto che va spartito tra (almeno) 80 operatori (250.000 euro a testa; ma non è così, essendo calibrati sulla copertura delle risorse da dismettere). Di tutta questa storia, quel che fa più inferocire gli operatori non è tanto la necessità di liberare tali frequenze, il cui esercizio si sapeva da molti anni essere ad orologeria, ma le rassicurazioni fornite ai creduli sindacati dai paolo romani di turno. Sindacati che ora non hanno alcuna esimente da opporre ai propri iscritti, posto che ai tavoli ministeriali sono stati seduti in tutte le fasi pianificatorie. A far cosa, questa è sì una bella domanda.