Roma – Si avverte una certa indignazione in rete. L’annuncio dell’allargamento dell’offerta Alice Home TV legata all’offerta di connettività Alice 20 Mega di Telecom Italia, dimostra che l’incumbent non vuole rispettare il blocco impostole dalla decisione del TAR del Lazio. Lo sostiene l’associazione Anti Digital Divide, che lamenta la mancanza di controllo del mercato da parte delle Authority.
La posizione di ADD era già chiara fin dalla scorsa estate quando, al momento del lancio dell’offerta da parte di Telecom Italia, l’associazione fece sentire le proprie rimostranze con AIIP e Assoprovider. Le tre associazioni, con il consorzio Voipex, hanno dato vita all’iniziativa RegolePerIPTV con l’obiettivo di sensibilizzare addetti ai lavori, operatori ed utenti per arrivare ad una regolamentazione della TV via cavo IP idonea a tutelare il pluralismo dell’informazione e i diritti degli utenti, garantendo a tutti – senza discriminazioni – la possibilità di accesso.
Anti Digital Divide, con il comunicato diffuso in questi giorni, ribadisce le rimostranze già espresse in merito all’offerta dell’incumbent: “Fin dall’annuncio di Alice 20 Mb – dichiara l’associazione – Anti Digital Divide aveva fatto notare le violazioni ed i rischi che tale offerta comportava scrivendo ad AGCOM. Riassumendo: non vi era una offerta all’ingrosso per gli operatori concorrenti basata sul cost plus, che avrebbe consentito un abbattimento delle tariffe per gli utenti, nonostante la delibera 34/06 AGCOM imponesse questo a Telecom Italia; non vi era garanzia della qualità effettiva di alice 20 Mb; l’offerta non rispettava i principi di neutralità della rete”. Agli operatori alternativi, Telecom Italia, con la propria offerta wholesale non consentiva secondo ADD di fruire della propria rete IP, ma solamente della più “anziana” rete ATM.
“Agcom purtroppo – lamenta ADD – ha ignorato sia la nostra lettera sia le osservazioni dei provider. AIIP ha quindi inoltrato un ricorso al TAR. In seguito il TAR ha emesso la sentenza che ha annullato gli atti con cui l’Authority delle Comunicazioni aveva autorizzato il lancio dell’offerta Alice 20 Mega, accogliendo i ricorsi presentati da AIIP e dall’operatore Telvia”. Secondo la sentenza, come la stessa AIIP ha evidenziato, l’approvazione dell’offerta da parte dell’Agcom era motivata dal fatto che “altri operatori del settore avevano iniziato la commercializzazione del servizio ADSL ad alta velocità” e che dunque “l’operatore dominante rischiava di perdere quote di mercato all’interno di un settore altamente concorrenziale”.
Le novità recentemente annunciate da Telecom sulla propria offerta IPTV hanno quindi, secondo ADD, un significato esplicito: “Sembra assurdo ma la sentenza del TAR è stata ignorata e l’IPTV, così come è accaduto per la telefonia e l’ADSL, sarà monopolizzata da Telecom Italia con grave danno per la concorrenza e per la neutralità della rete”.
“Telecom Italia infatti – specifica l’associazione a chiarimento della propria accusa – può produrre sulla rete i contenuti delle sue TV, LA7 quindi digitale terrestre, di MTV, ha raggiunto un accordo con Mediaset prima per i diritti del campionato di calcio italiano poi per diversi contenuti ed è notizia di queste ore che ha stretto un accordo anche con SKY, accordo che consentirà la visione dei canali dell’offerta Premium di Sky su Alice Home Tv. L’intesa riguarda 8 nuovi canali dedicati allo sport, 15 sul calcio e altri sei canali opzionali”.
A questo punto, evidenzia ADD, l’offerta della media company Telecom ha raggiunto un livello che per la concorrenza è impossibile replicare: “Dopo questo accordo, la programmazione della tv via Internet di Telecom Italia sale complessivamente a 53 canali. Va da sé che nessun altro potrà competere su questo mercato con TI e quindi non potrà svilupparsi alcuna concorrenza”.
Categorica la constatazione che ADD esprime in conseguenza della vicenda e degli ultimi sviluppi: “Questo è solo l’ultimo esempio di come le autorità di controllo non svolgano le funzioni di garanzia del mercato per gli utenti, è quindi ormai inevitabile cambiare la legge sull’elezione delle autorità in modo che siano i consumatori a scegliere e non i politici”.
Dario Bonacina