Un segnale concreto per lo sviluppo della radiofonia digitale, cui ha di buon grado collaborato, seppur marginalmente, anche il Consorzio CR DAB costituito da emittenti associate alla FRT, mettendo temporaneamente a disposizione a fini sperimentali le frequenze assegnategli dal Ministero delle comunicazioni. Si sta parlando dell’accordo tra la Rai – che come servizio pubblico si sta ponendo finalmente all’avanguardia nel processo di innovazione tecnologica nella radiofonia, come da sempre auspicato dalla FRT – attraverso la propria consociata Rai Way e l’ETRI, ente governativo coreano, leader nella ricerca e sviluppo delle tecnologie elettroniche e di telecomunicazione; un ente che ha contribuito a favorire il successo della diffusione del T-DMB in Corea del Sud dove gli utilizzatori hanno superato i 2,6 milioni.
L’intesa è stata illustrata il 15 febbraio a Roma nel corso di un incontro, cui hanno partecipato numerosi operatori del settore radiofonico fra cui il Presidente dell’Associazione Radio FRT, Roberto Giovannini e l’editore di RTL 102,5 Lorenzo Suraci, nel corso del quale Rai Way ha annunciato i punti essenziali dell’accordo di cooperazione con l’ETRI per lo sviluppo della sperimentazione tecnologica della radio digitale T-DMB in Italia, delineando le modalità della speri tazione del T-DAB, già avviata da Rai Way a partire dal 1° febbraio 2007. Si è parlato anche delle prospettive di sviluppo dei servizi e della tecnologia derivanti da questa importante collaborazione. Il sistema, è stato precisato, non si prefigge di sostituire le attuali reti analogiche in AM e FM, ma vuole migliorare la copertura e la qualità di ascolto puntando a un ricevitore multistandard in grado di scegliere automaticamente la migliore rete su cui sintonizzare i programmi. Questa nuova tecnologia che ha caratteristiche peculiari di grande efficacia e qualità dei servizi, permetterà alla RAI di sviluppare una rete nazionale con investimenti estremamente contenuti se paragonati a quelli di tecnologie concorrenti. La facilità realizzativa della rete e la disponibilità sul mercato di ricevitori a basso costo permetteranno infatti al broadcaster pubblico di affrontare con tranquillità l’evoluzione tecnologica.
L’Associazione Radio della FRT esprime soddisfazione per il fatto che anche la RAI sia venuta sulle posizioni per cui da anni si è battuta. Occorre ora che l’Autorità e il Ministero delle Comunicazioni facciano la loro parte in sede regolamentare per consentire anche agli editori privati analoghe possibilità di iniziativa per lo sviluppo tecnologico del mezzo radiofonico.