La Slovenia sta attivando nuovi impianti FM: pesanti i rischi per le emittenti italiane di confine (e non solo). Le prime vittime già si contano intorno ai 99,6 MHz, nell’area di Trieste, dove ha fatto capolino Radio Val, ma a breve nuovi diffusori saranno messi in funzione da emittenti slovene, con il rischio di compromettere il già ipercritico equilibrio radioelettrico italiano. E, come sempre, le stazioni italiane saranno indifese, perché le trasmittenti estere sono pianificate a livello internazionale (cioè hanno frequenze assegnate), mentre le nostre operano in assenza di un piano di assegnazione. La storia è vecchia e questo periodico vi ha sempre dedicato grande attenzione (anche attraverso la pubblicazione, in esclusiva, di una ricerca di diritto internazionale sulla questione – qui per leggere), ma la soluzione è ancora lontana. Basti pensare che il caso Castel San Pietro (Svizzera) – postazione dalla quale la Confederazione elvetica ha attivato impianti micidiali per diverse emittenti milanesi (che ci hanno lasciato “le penne” nelle indagini d’ascolto…) – è ancora al tappeto, e la soluzione dell’accordo bilaterale trattata dall’Ufcom (l’Ufficio federale delle comunicazioni) e dal nostro MinCom (epilogo preannunciato anche nella pubblicazione di cui sopra) è ancora al tappeto (si parla di delocalizzare impianti elvetici in territorio italiano – quindi in regime di extraterritorialità – per irradiare con buone performance tecniche in territorio svizzero preservando le emissioni italiane). Purtroppo, siamo alle solite: la Direzione Generale Pianificazione e Gestione dello Spettro Radioelettrico del MinCom tenta incredibili ed improbabili equilibrismi per gestire una situazione di fatto ingestibile per colpa di errori politici maturati in 15 anni di anarchia dell’etere ed in successivi 15 anni di inefficace regolamentazione ex post. Difficile, molto difficile, cercare di riparare o almeno alleviare errori così consolidati, o, meglio, cronicizzati. Il laissez faire ha evitato ai politici del presente e del passato di essere sottoposti a critiche e pressioni, ma ha portato seco effetti collaterali (prevedibili) che ora, progressivamente, emergono in tutta la loro dirompenza. (NL)