da Franco Abruzzo.it
Roma, 28 maggio 2008. Via la norma «salva-Rete 4» dal decreto legge sull’attuazione degli obblighi comunitari. Dopo l’incontro con l’opposizione, il governo ha riformulato l’emendamento sulle tv eliminando sostanzialmente il comma 3 che era contestato dalle forze di minoranza. «Questa nostra scelta – afferma il sottosegretario alle comunicazioni, Paolo Romani – spiega quanto la cattiva interpretazione della norma fosse ingiustificata». Soddisfatte le forze di opposizione. «La battaglia parlamentare di questi giorni ha ottenuto un risultato, che è quello di togliere dall’emendamento del governo le parti che noi definiamo più inaccattabili e scandalose – esulta Paolo Gentiloni del Pd – voteremo contro, ma terminerà l’ostruzionismo, ostruzionismo che ha ottenuto dei risultati. Adesso si proseguirà la discussione parlamentare con tattiche diverse, visto che sono state levate le parti più inaccettabili – spiega l’ex ministro – ovvero quelle che assicuravano la prosecuzione dell’esercizio degli impianti, dell’utilizzo delle frequenze per i prossimi anni e quelle che davano al governo una sorta di potere di assegnazione delle frequenze digitali regione per regione. Queste parti dell’emendamento sono state tolte, rimane la contrarietà dell’opposizione, ma senza che continui l’ostruzionismo». Il capogruppo dell’Idv a Montecitorio, Massimo Donadi, precisa: «Il governo intende riformulare l’emendamento sulle tv facendo scomparire il comma tre dell’emendamento stesso: l’Idv ne prende atto e considera questa una battaglia vinta, ma sia chiaro che non siamo disponibili a nessun accordo con la maggioranza sul tema dell’informazione. Il nostro voto resta negativo – prosegue Donadi – perché comunque non si risponde alla Corte di giustizia europea. Per questo, noi non ritiriamo l’emendamento di Italia dei valori».
FEDE: PIANTATELA CON RETE 4 – Duro il commento di Emilio Fede, direttore del Tg4: «Che il centrosinistra voglia favorire Europa7 a scapito di Rete 4 non ci sono dubbi. E anzi ci sono motivi che non dico ma tutti sanno. Ma il mio invito al Parlamento è un altro: piantatela, perché la gente e l’opinione non capisce e si aspetta dal Parlamento ben altre discussioni. Il Paese ha problemi davvero grandi e che, subito dopo l’insediamento, il governo debba subire l’assalto dei cani pastore abruzzesi dà il voltastomaco». «Questa faccenda è ridicola – aggiunge Fede – perché il digitale terrestre è per sua natura aperto a tutti. E sono fiducioso che la cosa si risolverà perché per fortuna nel centrosinistra ci sono anche persone serie come Veltroni, che credo apprezzi la cultura del fare e del dialogo di questo governo, o D’Alema, che ha sempre riconosciuto che Mediaset è un bene inalienabile del Paese. Al massimo – conclude ironico Fede – bisognerà che qualcuno regali una tv a Di Pietro. Sennò il pastore abruzzese continuerà a volerci azzannare i polpacci tutti i giorni».
COMMISSIONE EUROPEA – Nel frattempo, un portavoce della Commissione europea ha spiegato che il caso-Rete 4 «è ancora sotto esame, non abbiamo deciso se deferire o meno l’Italia alla Corte di giustizia». Lo scorso luglio l’esecutivo Ue aveva dato 2 mesi di tempo all’Italia emettendo un parere motivato, per modificare la normativa sull’assegnazione delle frequenze televisive introdotta con la cosiddetta Legge Gasparri e riportarla in linea con le disposizioni comunitarie. Ma a tutt’oggi nessuno sviluppo su questo fronte è stato registrato.
BAGARRE SU SUGGERIMENTO DI FINI – In aula, a Montecitorio, c’è stata bagarre anche su un altro emendamento relativo alla concessione tra Anas e Autostrade, inserito nel dl sugli adempimenti di obblighi comunitari. Il Governo ha deciso di riformularlo dopo il «suggerimento» del Presidente della Camera, Gianfranco Fini, accolto dal ministro Andra Ronchi. Decisione che ha suscitato diverse polemiche dei gruppi di opposizione: «Non ci sono precedenti che io ricordi di un emendamento riformulato dal Presidente della Camera», ha detto il capogruppo del Pd, Antonello Soro. (fonti: www.corriere.it, ansa, agi, adnkronos)